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Che cosa si intende con il termine “eiaculazione precoce”?

Si intende l’incapacità di controllare volontariamente l’eiaculazione e l’orgasmo, che avvengono quindi prima che il soggetto lo voglia.

Nell’esperienza clinica pratica, i soggetti affetti da questo disturbo hanno un tempo di latenza eiaculatoria intravaginale – il cosiddetto IELT – inferiore ai cinque minuti e la gran parte di essi ha una soglia eiaculatoria durante la penetrazione vaginale inferiore ai tre minuti. Non sono rari i casi di eiaculazione precoce definita “ante portam” , che interviene ancor prima della penetrazione.

La caratteristica comune è comunque l’incapacità di “rinviare” volontariamente l’eiaculazione che si presenta come improvvisa ed automatica ed il senso di frustazione ed ansia che si accompagna all’attività sessuale, spesso con pesanti ripercussioni sulla vita di coppia. Talvolta il quadro si complica anche con progressiva difficoltà di erezione e riduzione del desiderio sessuale, sintomi spesso mediati dall’angoscia crescente per l’insoddifacente attività sessuale. Sul piano psichico, non è infrequente una sintomatologia secondaria di tipo riduzione del desiderio sessuale.

Nella gran parte dei casi è un disturbo che accompagna il soggetto fin dai primi rapporti sessuali (eiaculazione precoce PRIMITIVA); è stato stimato che interessi circa il 10-15% dei maschi adulti ed è sicuramente il disturbo sessuale piu’ diffuso e piu’ taciuto.

Le forme secondarie (eiaculazione precoce SECONDARIA) intervengono invece dopo un periodo di normalità e sono generate da patologie organiche, quali irritazioni della cute del pene (balaniti, piccole infezioni), prostatiti, vescicoliti, malattie delle vie nervose, diabete etc. I difetti di retrazione del prepuzio, quali fimosi e frenulo corto, non sono da considerare come causa diretta; frequentemente sono invece una concausa, un elemento aggravante del disturbo. In questi casi la cura specifica della patologia alla base del disturbo, fa scomparire la rapidità del riflesso, anche se talvolta l’ansia che ne è derivata, finisce per mantenere la difficoltà del controllo eiaculatorio per tempi prolungati.

La terapia farmacologica e l’apprendimento del controllo volontario dell’eiaculazione

Un tempo si riteneva comunemente che l’eiaculazione precoce primitiva fosse esclusivamente un “disturbo comportamentale“, una sorta di comportamento viziato in assenza di difetti organici, ovverosia il mancato apprendimento del controllo del riflesso, apprendimento che fisiologicamente procede di pari passo con il crescere dell’esperienza sessuale con l’età.

Circa quindici, venti anni fa, si comincio’ a notare che Pazienti in terapia con gli psicofarmaci capaci di interferire sui livelli della SEROTONINA (5 HT) – i cosiddetti SSRIs, “Selective Serotonine Reuptake inhibitors” -, lamentavano ritardo o impossibilità di eiaculare e ci si accorse che si potevano utilizzare questi stessi farmaci in campo andrologico per correggere l’eccessiva rapidità dell’orgasmo. Fluoxetina, Fluvoxamina, Paroxetina, Sertralina, Citalopram ed Escitalopram sono stati impiegati con successo fin dagli anni ’90 , pur utilizzandoli “off-label”, cioè prescrivendoli per un impiego al di fuori delle indicazioni terapeutiche approvate ufficialmente, uso comunque ampiamente supportato da una vasta letteratura scientifica mondiale. La mia personale esperienza clinica in tale ambito terapeutico è stata certamente positiva, sia in termini di efficacia che di sicurezza d’uso, particolarmente per quanto riguarda la Sertralina e la Paroxetina.

Recenti dati scientifici indicano che all’origine dell’eccessiva velocità del riflesso, ci possa essere proprio un’ alterazione della biochimica dei centri nervosi interessati a modulare i tempi dell’eiaculazione.

Il difetto è rappresentato dalla carenza localizzata di SEROTONINA (5-HT) , un neurotrasmettitore, ossia una messaggero chimico che collega una fibra nervosa alla successiva ed ha probabilmente cause di tipo genetico. Nei soggetti affetti da eiaculazione precoce, la carenza di questa sostanza “frenante” nelle aree specifiche del cervello, del midollo spinale e nei nervi periferici interessati, renderebbe assai piu’ rapido il riflesso eiaculatorio, non consentendo cosi’ di apprendere in giovane eta’ un soddisfacente il controllo volontario, come invece avviene nell’85% circa dei maschi “normali”.

E’ un po’ come dire che tutti i bambini devono apprendere la lettura esercitandosi a scuola, ma chi ha un qualche difetto visivo fatica di piu’, e molti di essi, da grandi, se non curati, continueranno a faticare nella lettura o non riusciusciranno mai a leggere bene del tutto.

A mio avviso, questo modo di vedere, consente di integrare ragionevolmente la passata teoria che vedeva l’eiaculazione precoce solo come un semplice comportamento viziato, con la recente interpretazione “biochimica” circa le origini del disturbo.

Dal Luglio 2009 disponiamo di un farmaco specifico per il trattamento della eiaculazione precoce. La molecola si chiama DAPOXETINA e la sua messa a punto deriva dall’esperienza accumulata nella cura dell’ eiaculazione precoce con i farmaci SSRIs già menzionati. E’ anch’essa un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina ad azione molto rapida. Una singola somministrazione produce un forte effetto inibitorio sul riflesso eiaculatorio realizzando un sensibile aumento della di latenza eiaculatoria intravaginale. Gli studi iniziali, che hanno coinvolto circa 7500 Pazienti nel mondo, indicano un tempo di rapporto incrementato fino a sette volte .

La cura farmacologica, sia con i “vecchi” farmaci, sia con la nuova Dapoxetina, se ben condotta, è ben tollerata e priva di effetti collaterali significativi. Dopo una prima fase iniziale, in genere di quattro, sei settimane in cui il Paziente si limita ad assumere il farmaco prescritto, nel periodo successivo, il Paziente mantenendo l’aiuto farmacologico con dosi minime e personalizzate, inizia ad applicare con i suggerimenti dello specialista, una serie di semplici esercizi rieducativi da svolgere durante l’attività sessualeche consentono di apprendere ed affinare la capacità di ritardare il riflesso eiaculatorio. Gli esercizi proposti provengono dalla vasta letteratura sull’argomento e sono scelti con il criterio di rispettare il piu’ possibile la naturale spontaneità del rapporto sessuale e le abitudini della coppia. L’apprendimento risulta facilitato ed agevole in virtu’ dell’azione del farmaco. Nella fase finale, la terapia farmacologica è progressivamente ridotta fino alla sospensione completa. Se il Paziente mostra buona responsività al trattamento farmacologico ed esegue con impegno e continuità gli esercizi rieducativi, si realizzano le condizioni ottimali per ottenere il massimo giovamento dalla terapia.

Nella personale esperienza, i trattamenti farmacologi associati alla auto-rieducazione del Paziente hanno un esito positivo in oltre il 60% dei casi: il Paziente impara a controllare il riflesso eiaculatorio, consentendo una progressiva soddisfacente intimità di coppia senza piu’ alcun bisogno di farmaco. Nei restanti casi, è spesso sufficiente prolungare la cura per ottenere una buona risposta e/o associare una parallela psicoterapia.

Riferimenti Bibliografici

Pryor JL et al. Efficacy and tolerability of dapoxetine in treatment of premature ejaculation. The Lancet 2006; 368:929-937

McMahon CG et Al. An evidence-based definition of life long premature ejaculation: report of the International Society for Sexual Medicine (ISSM): J Sex Med 2008; 5:1590-1606

Buvat J et Al. Dapoxetine for the treatment of premature ejaculation: results from a randomized double-blind placebo controlled phase 3 trial in 22 countries. Eur Urol 2009 ; 55: 957-968

a cura del Dr. Paolo Michele Giorgi
Specialista in Andrologia & Endocrinologia

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