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Secondo il congresso nazionale dell’ordine dei Biologi che si è appena concluso a Roma, troppi test genetici, soprattutto prima di una gravidanza, sono dannosi perchè spesso i risultati sono interpretati male e spingono le pazienti ad interrompere la gravidanza anche quando non ce ne sarebbe bisogno.

Manuela Seia del laboratorio di Genetica del Policlinico di Milano ha spiegato «Oggi la maggior parte dei laboratori, anche privati, può tecnicamente effettuare questi test, ma non tutti sono poi in grado di comprenderne il significato. Non basta dire che c’è una mutazione genetica, bisogna anche sapere se effettivamente da quella specifica mutazione potrà derivare una malattia e, se sì, di che gravità».

Ebbene, alcune mutazioni genetiche che possono essere individuate non sono ancora state collegate a patologie specifiche, altre, invece, rappresentano “fattori di rischio” per sviluppare malattie, come avviene nel caso della Sla.

Accade spesso che all’analisi seguono messaggi allarmistici o errati che portano a decisioni drastiche
le future mamme.

Queste le parole del genetista Bruno Dallapiccola: «Si fanno troppi test inutili e non appropriati e nessuno fa nulla per chiudere i serbatoi di questi esami. Evidentemente le campane di chi commercializza i test suonano più forte di chi invece lancia l’allarme sul loro uso, cioè gli stessi scienziati che li hanno scoperti».

L’uso di questi test è destinato ad aumentare: «Ormai si trovano kit in commercio che analizzano fino a 100 geni, ma quasi nessuno sa che alcune analisi hanno degli errori fino al 35%; a spingere i pazienti verso questi test sono i centri privati: sulla base di questi messaggi sbagliati è logico che una mamma voglia spendere qualche migliaio di euro per la salute del proprio figlio. Io però sono contro l’idea che una persona possa comprare il test che vuole, ci deve essere a monte un’informazione corretta» conclude l’esperto.

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