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E’ stata approvata una legge che regolamenta il confezionamento e la commercializzazione degli ortaggi di quarta gamma, ossia le verdure pronte.

Finora l’insalata in busta non solo non era tracciata, in quanto sulla confezione veniva indicata la provenienza del prodotto, ma nessuno garantiva la sicurezza igienica dell’ortaggio ‘pronto per l’uso’.

Ma secondo una recente inchiesta condotta dal Salvagente 1 si è scoperto che nelle verdure confezionate è sempre presente una percentuale di prodotto contaminato, la cui percentuale varia a seconda del marchio di produzione: di qui arriva il consiglio di lavare ugualmente le verdure, che invece dovrebbero essere già pronte per il consumo.

Poi sulla base di un’indagine, le verdure della Bonduelle e Dimmidisì sarebbero risultate le più sicure, ma anche le più care: rispetto a un prezzo medio di 9 euro. Un’insalata della Bonduelle arriva a costare 15,80 euro al chilo e quella Dimmidisì anche euro 18,28 al chilo.

I prezzi di vendita proibitivi non sono sufficienti a scoraggiare i consumatori, che preferiscono la comodità di avere a disposizione un prodotto pronto per l’uso.

La Coldiretti da parte sua, fa sapere che dai dati Ismea 3 si rileva, un aumento nel 2010 dell’8% nelle quantità acquistate, per un ammontare di spesa che arriva fino a 730 milioni di euro all’anno e una quantità di oltre 90 milioni di chili, dato che diventa ancora più evidente se lo si confronta con la decrescita generalizzata del mercato agroalimentare, che nello stesso anno ha registrato un -0,6%.

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