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Quest’anno per Natale agli italiani verrà chiesto per il nuovo anno, di fare degli ulteriori sacrifici, ma si spera che questo possa almeno portare ad una ripresa per la salvezza dell’euro.

Il governo Monti ha il compito ora di riuscirci. Domani, il testo della nuova manovra da oltre 20 miliardi, dovrà essere approvato per decreto dal Consiglio dei ministri, per poi passare alla Camera ed infime arrivare per il voto finale a Montecitorio entro il 17 dicembre, mentre il via libera definitivo da parte del Senato dovrà giungere entro Natale.

Vediamo allora quali saranno le principali misure in arrivo (salvo le correzioni dell’ultim’ora):

Pensioni: contributo pro-rata, anzianità e prequazione . Il contributivo pro-rata sarà per tutti. Dall’anno prossimo infatti gli assegni previdenziali saranno calcolati col metodo contributivo, meno vantaggioso del retributivo. Si terrà conto dei contributi effettivamente versati e della vita media al momento che si andrà in pensione. Questa misura si estende a tutti i lavoratori della riforma Dini del 1995.

Età pensionabile delle donne nel settore privato: con essa si vuole accelerare l’innalzamento del tetto che dovrebbe passare nel 2012 da 60 a 63 anni, per poi mettersi alla pari di quello degli uomini non più nel 2026, partendo dal 2018. Il rimedio più pesante prevede appunto l’innalzamento dell’età contributiva necessaria per andare in pensione (indipendentemente dall’età anagrafica) da 40 a 41 o addirittura a 43 anni. In alternativa, si potrà aggiornare il sistema delle “quote”: oggi si lascia il lavoro a 96 (60 d’età e 36 di contributi, o 61 + 35), cifra che salirà a 97 nel 2013. Si pensa dunque di anticipare questo scatto al 2012, accelerando così anche sull’aumento fino a quota 100.

Pensioni e inflazione: la prospettiva è quella di bloccare per il 2012 l’adeguamento degli assegni previdenziali rispetto al rialzo dei prezzi. Sarebbero pertanto esclusi solo i trattamenti più bassi. Lo stop permetterebbe di risparmiare fra i 4 e i 5 miliardi di euro, ma potrebbe causare conseguentemente un’ulteriore depressione dei consumi. Su questo punto sono contrari i sindacati e parte del centro-sinistra.

Lavoratori autonomi: rincaro dei contributi, l’aliquota per ora è al 20-21% ma dovrebbe salire di uno o due punti.

Tassa sulla prima casa, arriva l’Ici-Imu: dovrebbe consistere di una variazione dell’Ici, rivisitata sulla base dei principi del federalismo fiscale. L’aliquota dovrebbe essere inferiore a quella che è stata abolita dal governo Berlusconi (il 6,6 per mille), ma è possibile che arrivi una stangata sulla rivalutazione delle rendite catastali del 15% (che potrebbe essere rinviata con una successiva legge delega). L’imposizione dovrebbe essere progressiva, con detrazioni che andranno a scalare in base ai redditi più bassi, fino all’esclusione per le fasce deboli.

Mini patrimoniale per i super ricchi . Sembra confermata l’ipotesi di una patrimoniale light (l’aliquota dovrebbe essere compresa fra l’1,5 e il 2 per mille) applicabile sui capitali superiori a 1-1,5 milioni di euro. In questo caso, il governo Monti è combattuto, perché da una parte c’è la promessa fatta a Berlusconi di astenersi dalla patrimoniale, dall’altra la necessità di doverla introdurre per ottenere l’appoggio della sinistra e dei sindacati sulla riforma delle pensioni. In alternativa, il Governo potrebbe però optare per una super-Ici sulle seconde e terze case.

Tassa sul lusso. Ebbene sì, dovrebbe essere introdotta una tassa sui beni di lusso su yacht e automobili di grossa cilindrata. Il prelievo dovrebbe riguardare tutti quei beni il cui valore supera una determinata soglia. Su questo limite per ora si sta ancora discutendo, perché il tetto dipenderà dalle decisioni che verranno prese sull’alternativa fra la patrimoniale e la super-Ici sulle seconde e terze case. In sostanza, se alla fine l’imposta dovesse riguardare solo i beni immobiliari, dovrebbe essere compensata poi da un’altra tassa sui beni di lusso.

Bond per ripagare il debito con le imprese: nasce l’ipotesi di dover ripianare i debiti pendenti della pubblica amministrazione (pari a oltre 70 miliardi) offrendo così titoli di Stato alle imprese creditrici. E’ possibile pertanto, che tale misura non sia contenuta nel pacchetto di lunedì e venga rimandata una manovra successiva.

Più Irpef, IVa e meno Irap : rimane in campo la possibilità di un ulteriore ritocco al rialzo della terza aliquota Iva, che già Tremonti aveva portato dal 20 al 21%. Il nuovo incremento di un punto consentirebbe di recuperare altri 4,2 miliardi di euro l’anno. Se invece si arrivasse al 23%, il guadagno per le casse dello Stato sarebbe di 8 miliardi. Il denaro così incassato potrebbe essere utilizzato per ridurre l’Irap sui redditi più bassi. Ma la vera novità è emersa ieri con l’ipotesi di un aumento di uno o due punti sulle aliquote Irpef attualmente al 41 e 43%.

Liberalizzazioni e dismissione: in merito ai servizi pubblici locali, dovrebbero diventare una realtà il piano di dismissioni e il completamento della deregulation postale.

Infrastrutture e bonus energetici: si attende la proroga della detrazione del 55% sugli interventi edilizi per il risparmio energetico, che potrebbe interessare gli anni 2012, 2013 e 2014. Inoltre dovrebbe arrivare anche lo sblocco dei fondi per le infrastrutture.

Pmi: si pensa a potenziare il Fondo di garanzia per le Pmi, lo strumento principale per l’accesso al credito.

Tagli sanità: si profila la possibilità di anticipare dal 2013 al 2012 il taglio da 2,5 miliardi al Fondo sanitario nazionale. L’anno successivo i tagli dovrebbero poi salire a 5 miliardi.

Tagli agli enti locali: con nuovi tagli il governo potrebbe recuperare fra i 3 e i 4 miliardi: due dalle Regioni, uno dai Comuni e 500 milioni dalle Province.

Misure anti-evasione: c’è la possibilità che venga aumentata la tracciabilità, che si otterrebbe con l’abbassamento della soglia massima per l’uso del contante fino a 300 o 500 euro.

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