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La Polizia di Ragusa, i Carabinieri e la Guardia di finanza di Modica hanno fermato 7 siriani, che potrebbero essere i componenti dell’equipaggio del peschereccio su cui viaggiavano 250 migranti, tutti eritrei, 13 dei quali sono morti in mare durante lo sbarco su una spiaggia di Scicli. L’accusa è quella di morte per evento criminoso. Il barcone lungo otto metri si è arenato a pochi metri di distanza dalla spiaggia. Secondo una prima ricostruzione i migranti sarebbero stati presi a cinghiate e costretti a lanciarsi in mare dai due scafisti. A raccontarlo uno dei bagnini che hanno assistito alla tragedia e che sono intervenuti per soccorrere i naufraghi.

Tra le persone fermate non ci sarebbero però, i due presunti ‘scafisti’ bloccati e condotti in caserma. I due, non sono stati riconosciuti dagli altri ‘compagni di viaggio’ e quindi sono stati rilasciati e condotti nel centro di accoglienza di Pozzallo. Ai sette fermati è stato contestato il reato di morte a seguito dell’evento criminoso perché, allo stato delle indagini, manca la prova che le vittime siano state costrette a gettarsi in mare dagli ‘scafisti’.

Dei tredici eritrei morti annegati, tre erano in possesso di documenti, mentre altri due sono stati riconosciuti dai familiari, che erano in viaggio con loro. Intanto continuano le ricerche in mare, con motovedette di carabinieri e guardia costiera, nella speranza di trovare altri dispersi.

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