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Ricorre oggi il decennale del terribile attentato di Nassiriya in cui persero la vita 28 persone, 19 italiani tra carabinieri, militari dell’esercito e civili, impiegati nell’operazione ‘Antica Babilonia‘, e 9 iracheni.

Alle 10,40 ora locale, le 8.40 in Italia, del 12 novembre 2003 un camion pieno di esplosivo scoppiò davanti la base militare italiana dei carabinieri provocando così una strage, che sarebbe potuta essere ancora di più ampie proporzioni qualora non fosse intervenuto il carabiniere Andrea Filippa, di guardia all’ingresso della base, morto anche lui nell’esplosione, il quale riuscì a fermare ed uccidere i due attentatori suicidi sul camion, che esplose sul cancello di entrata.

Sì, perché, l’autobomba purtroppo, ce la fece a passare, perché nascosta dal camion, e a proseguire dritta fino a dentro portandosi con sé il suo carico di morte.

Oggi la memoria tragica di Nassiriya – ha scritto in un tweet il presidente del Consiglio, Enrico Letta -. Il pensiero per le famiglie dei 19 italiani e 9 iracheni che perirono. La vicinanza alle forze armate”.

E il presidente Giorgio Napolitano nel suo messaggio inviato oggi in ricordo di quella terribile tragedia ha detto: “I 19 italiani morti a Nassiriya furono vittime di una inaccettabile e vile barbarie e sono il simbolo di un paese che crede nella necessità di uno sforzo comune per la sicurezza e la stabilità. Sono il simbolo di un impegno forte a tutela dei diritti fondamentali dell’uomo e per la cooperazione pacifica tra i popoli“.

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