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Se non riusciamo ad addormentarci possiamo provare con alcuni rimedi:

1. Andare a letto solo quando abbiamo veramente sonno.
2. Non usare il letto per qualsiasi altra attività, ad esempio la lettura, il guardare la tv, usare il tablet, mangiare ecc. L’attività sessuale è l’unica eccezione.
3. Se siamo a letto e non riusciamo ad addormentarci, meglio alzarsi e andare in un’altra stanza. Rimaniamoci finché non ci arriva il sonno, torniamo poi nella camera da letto per andare a dormire. Se siamo a letto da più di 10 minuti e ancora ci addormentiamo, vuol dire che non stiamo eseguendo queste istruzioni.
4. A questo punto ripetiamo il punto 3. Facciamo questo ogni volta è necessario, per tutta la notte.
5. Impostiamo la sveglia e alziamoci sempre alla stessa ora ogni mattina, anche se abbiamo dormito poco durante la notte.
6. Non schiacciamo pisolini durante la giornata.
7. Prima di metterci a letto beviamo una bella tazza calda di camomilla, o di tisana rilassante.
8. E se non funziona, passiamo ad una compressa di valeriana o melatonina.
9. Se neppure questi rimedi sono efficaci, rivolgiamoci al medico di base e ad uno specialista.

L‘insonnia è l’insufficiente durata, continuità e qualità del sonno, legate alla valutazione soggettiva di ciascuno sulle proprietà riposanti. L’insonnia non è una malattia, ma è un sintomo causato da svariate condizioni patologiche psichiche o fisiche, o alterati equilibri, situazionali o ambientali.

L’insonnia, può essere di vario genere: psicofisiologica; associata a disturbi psichiatrici; all’uso di farmaci, droghe ed alcol; a disturbi respiratori indotti dal sonno; associata al mioclono notturno e alla sindrome delle gambe senza riposo; associata a malattie, a intossicazioni e a condizioni ambientali sfavorevoli; associata a quadri polisonnografici inusuali; soggettiva senza corrispondenti reperti polisonnografici.

Per questo, se notiamo che non risolviamo con dei semplici rimedi, e dunque non è possibile considerarla come passeggera, è importante capirne subito cosa l’ha innescata, perché, in pochi casi, si presenta come un disturbo cronico senza apparenti connessioni con le condizioni che ne hanno determinato l’esordio o addirittura senza che sia possibile identificare elementi causali.

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