Spread the love

Ieri sera è accaduto di tutto alla finale di Coppa Italia Fiorentina – Napoli disputata allo Stadio Olimpico di Roma.

Prima del match la polizia ha arrestato all’esterno dello Stadio, per tentato omicidio, Daniele De Santis, l’ultrà della Roma ritenuto responsabile del ferimento di tre tifosi partenopei.

Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, De Santis – già noto alle forze dell’ordine – avrebbe provocato i tifosi napoletani lanciando fumogeni contro di loro, e alla loro conseguente reazione, avrebbe risposto esplodendo sette colpi di pistola.

Un 30enne napoletano è in gravissime condizioni in quanto colpito da un colpo di pistola. Il giovane è ricoverato in sala di rianimazione al Policlinico Gemelli di Roma. Il proiettile, estratto all’ospedale Villa San Pietro, gli aveva trapassato il polmone andandosi a conficcare nella colonna vertebrale. Fonti mediche fanno sapere che la situazione critica.

Intanto la polizia, sta cercando di arrivare ad altre persone coinvolte nella rissa. Le persone ferite sono almeno altre sette: cinque agenti delle forze dell’ordine e due steward, durante l’afflusso dei tifosi allo stadio nel tentativo di impedire che le opposte tifoserie venissero a contatto tra loro.

Un 33enne della tifoseria napoletana è stato arrestato per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale e sanzionato con un Daspo per cinque anni. Altri due tifosi napoletani sono stati invece denunciati, per resistenza a pubblico ufficiale, l’altro per possesso di un petardo, anche loro sanzionati con il Daspo.

Gli scontri sono continuati anche all’interno dell’Olimpico. Petardi e bengala in campo in un clima a dir poco surreale. Gli ultrà del Napoli non vogliono che si giochi. Le forze dell’ordine chiedono al capitano Marek Hamsik di parlare al microfono, ma non basta a dissuaderli.

Lo slovacco si avvicina alla curva Nord, occupata dai tifosi del Napoli, insieme al d.s. Bigon e ai rappresentanti delle forze dell’ordine. Ma parte il coro “fate ridere”, poi arriva il lancio di petardi che feriscono un vigile del fuoco.

Ad un certo punto, però, compare un tifoso del Napoli seduto a cavallo delle recinzioni che decide che la partita deve farsi.

In tribuna c’è il presidente del Consiglio Matteo Renzi che agitato parla con i presidenti delle due squadre, il presidente del Coni Giovanni Malagò e con il Prefetto Pecoraro.

Alle loro spalle, una bimba è terrorizzata dal rumore dei petardi. Dopo mezz’ora di indecisioni e “Niente partita”, il Prefetto dà l’ordine di far giocare le squadre, in seguito all’ok degli ultrà, ma con la premessa che le tifoserie facciano silenzio.

Così, alle 21.40 dopo l’assenso di Genny detto ‘a Carogna’, capo-ultrà del Napoli, la finale di Coppa Italia ha inizio. Le telecamere inquadrano l’uomo e si concentrano sulla sua maglietta, sulla quale appare la scritta “Speziale libero”, ed un’altra scritta che dice “Libertà per gli ultras”, immagini che fanno il giro del mondo.

Su tutti i social parte lo sdegno. L’ok alla disputa dell’incontro è arrivato da un uomo che inneggia all’omicida di Filippo Raciti, poliziotto ucciso a Catania il 2 febbraio 2007.

L’uomo secondo quanto rivelato da fonti investigative si chiama Gennaro De Tommaso, capo dei Mastiffs, uno dei più noti gruppi ultrà del Napoli, figlio di un camorrista affiliato al clan Misso, detto Genny ‘a carogna, che in passato è stato oggetto di Daspo, ovvero del divieto di assistere a manifestazioni sportive.

Prima dell’inizio della partita, partono i fischi all’inno nazionale cantato da Alessandra Amoroso. Poi anche la consegna del silenzio cade durante la partita.

Vince il Napoli, ma sono tante le brutte pagine della giornata che lasciano a tutti sconforto, dolore e tanta amarezza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.