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Ogni nucleo familiare lascia la propria impronta nell’abitazione in cui vive. Lasciando una comunità di batteri “domestici” su maniglie, interruttori, pavimenti, seguendola anche se trasloca.

A fare l’identikit di questi “coinquilini” invisibili sono stati i ricercatori dell’Argonne National Laboratory, che per circa sei settimane, hanno seguito la vita quotidiana di sette famiglie, per un totale di 18 persone, tre cani ed un gatto.

E da qui, hanno scoperto, una “mappa” di microrganismi domestici, rivelando i mezzi che favoriscono loro spostamento in casa e la trasmissione da un individuo ad un altro. Il risultato dello studio, è stato pubblicato sulla rivista Science.

Il microbiologo Jack Gilbert e i suoi colleghi, strofinando dei tamponi sulle superfici di casa, sugli animali domestici e sui corpi dei familiari (su mani, piedi e naso), hanno raccolto oltre 4 milioni di sequenze di Dna appartenenti a quasi 22.000 genomi diversi.

Sequenziamento, che ha portato a stabilire che ogni famiglia ha la sua “corte” di batteri e pertanto, la presenza di un animale domestico è facilmente riconoscibile, perché determina l’ingresso nella dimora, di microrganismi che in genere vivono nel suolo e nelle piante.

Informazioni preziose per capire come la nostra salute sia influenzata dai batteri di casa. Basta infatti pensare che un campione di batteri, prelevato dal pavimento, serve a riconoscere la famiglia che ha vissuto in una determinata casa, risalendo persino al giorno in cui è andata via.

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