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Andrea Loris è stato strangolato con una fascetta di plastica. Un laccio plastificato usato dagli elettricisti che una volta stretto forte non può essere slacciato, ma solo ed esclusivamente tagliato.

Ed è proprio un gruppo di fascette che sono finite nelle mani degli inquirenti. Compatibili con quelle usate per il delitto.

La madre del bambino, il giorno in cui le maestre sono andate a farle visita di condoglianze a casa, ha consegnato loro un mazzetto di fascette per un ipotetico compito di scienze.

Ma assicura la preside dell’istituto: “Secondo quanto mi hanno raccontato le maestre, la mamma di Loris quando sono andate a trovarla per farle le condoglianze ha consegnato loro delle fascette per farle vedere”, aggiungendo che dato la pericolosità, la scuola non ne avrebbe mai fatto richiesta.

Così una maestra, avendo saputo che il bambino era morto strangolato proprio per mezzo di una fascetta, le ha subito consegnate agli inquirenti.

Loris presentava dei graffi e da quanto emerso dall’autopsia, anche del materiale sotto le unghie che dovrà essere esaminato. Molto probabilmente si tratterà del dna dell’assassino.

La madre di Loris, ha fornito versioni differenti e discordanti con i fotogrammi delle telecamere nelle mani della questura.

In merito al giorno della scomparsa, avvenuta il 29 novembre scorso, con queste parole ricostruisce il percorso da lei fatto con Loris per accompagnarlo a scuola: “Come al solito ho provveduto ad accompagnare mio figlio, che ho lasciato a 500 metri dall’istituto perché eravamo in ritardo e c’era traffico”.

Aggiungendo: “Ho atteso Loris all’uscita, e siccome non arrivava, sono andata a parlare con insegnanti e compagni, che mi hanno detto che non era mai entrato”.

Ed infine: “Dopo aver accompagnato mio figlio piccolo alla ludoteca, sono andata a un corso di cucina nel castello di Donnafugata”.

Mentre il 30 novembre, risentita, cambia versione: “Ho fatto scendere dalla macchina Loris a pochi metri dall’ingresso”.

E relativamente alla scoperta dell’assenza del bambino: “Mi reco al cancello, ma non vedendo mio figlio, chiedo aiuto ai vigili urbani, ho chiamato mio suocero, ho chiesto ai bambini e poi ho chiamato il 112″.

Infine, sul corso di cucina dice: “Dopo aver lasciato alla ludoteca il più piccolo, sono tornata a casa per svolgere alcune faccende domestiche. Alle 11.45, sono uscita e sono andata al castello di Donnafugata”.

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