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Secondo una nuova ricerca condotta all’Irccs di Candiolo (Torino) e pubblicata su The Lancet Oncology, grazie ad una combinazione di farmaci a bersaglio molecolare è possibile sconfiggere nei pazienti il osteosarcoma.

Un tumore ad elevata malignità costituito da cellule mesenchimali maligne che producono matrice osteoide ed ossea.

In Italia, l’incidenza di questi tumori primitivi dell’osso si attesta intorno a 0,8-1 caso per 100.000 abitanti, con circa 500 nuovi casi di tumori maligni primitivi dell’osso per anno.

Tra questi, troviamo appunto la Osteosarcomi che si attesta attorno al 20-25 %. E’ un tumore maligno primitivo dell’apparato scheletrico il più diffuso in età pediatrica e giovanile adulta.

Nel Registro dei Tumori Maligni Primitivi dell’Osso degli Istituti Ortopedici Rizzoli l’ età mediana dei pazienti è di 19 anni. Può colpire tutti i segmenti ossei con una prevalenza per le ossa lunghe in circa il 90% dei casi.

Lo studio ha ottenuto ottimi risultati con la sperimentazione del Sorafenib (un farmaco a bersaglio molecolare) capace di rallentare la progressione della malattia, in una significativa percentuale di pazienti privi di altre opzioni terapeutiche.

Successivamente, i ricercatori hanno compreso che in caso di resistenza al Sorafenib, risulta efficace un altro farmaco mirato, l’Everolimus.

I risultati migliori si sono avuti nei pazienti il cui tumore esprimeva specifiche proteine, segno di attivazione delle vie metaboliche colpite dai farmaci utilizzati.

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