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Una nuova ed ultima perizia fatta per il caso della morte del ‘Pirata’ parla di “Overdose da psicofarmaci“, rivelando che “in quella stanza d’albergo che fu la sua tomba, solo e tormentato Marco Pantani esagerò con gli antidepressivi. Troppe pasticche e troppo potenti”.

Andrea Pasqualetto su Il Corriere della Sera fa trapelare informazioni provenienti dall’istituto di Medicina legale di Verona, che consegna la perizia alla Procura di Rimini, impegnata nel caso della morte di Marco Pantani, avvenuta undici anni fa, il 14 febbraio nel residence Le Rose di Rimini, per cause e circostanze ancora da chiarire.

Secondo l’analisi tossicologica verrebbe “ridimensionata la questione cocaina, anche se rimane comunque una concausa“.

Due gli esami eseguiti: una cromatografia liquida, servita per identificare le componenti della miscela che ha portato alla morte il ciclista, e una spettometria di massa, che ha rilevato sostanze sconosciute e peso.

La conclusione, esclude, pertanto, che si sia trattato di un delitto: Pantani è morto a causa di un mix letale di antidepressivi e di cocaina, ma in dosi meno massicce rispetto a quanto si era ipotizzate in precedenza.

L’inchiesta per omicidio, riaperta nel 2013, dopo la denuncia della mamma del campione, Tonina, che ipotizzava uno scenario agghiacciante, avvalorato dalla consulenza del direttore della sezione di medicina legale dell’Università di Ferrara, Franceso Maria Avato, secondo la quale qualcuno si sarebbe introdotto nella stanza dove soggiornava il campione costringendolo a bere una dose mortale di cocaina diluita, potrebbe essere dunque archiviata, perché il fatto non sussiste.

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