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L’iniziativa benefica delle secchiate ‘Ice Bucket Challenge’, lanciata nel 2014, ha prodotto i suoi primi effetti positivi nell’ambito della ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica.

Grazie alla raccolta fondi di 220 milioni di dollari fatta negli Usa e 106 milioni dall’Asl Association. A rivelarlo è un team di ricercatori americani della John Hopkins University, autori di uno studio pubblicato su Science che apre nuovi spiragli di luce per tantissimi malati.

Philip Wong autore dello studio parla di scoperta “rivoluzionaria” arrivata a distanza di dieci anni. Grazie alla quale è stato svelato il ruolo chiave di una proteina, denominata TDP-43 atta a “decodificare” il Dna, causa dell’insorgenza della malattia.

“Senza quella campagna non saremmo stati in grado di concludere la nostra ricerca così rapidamente”, ha sottolineato il ricercatore.

Prima d’ora, i ricercatori non avevano capito ancora che i “grumi” di questa proteina notati all’esterno del nucleo delle cellule cerebrali dei pazienti fossero la causa o un effetto della Sla.

Ma grazie a questa iniziativa benefica, altro passo importante è stato fatto ai fini della ricerca. Nei pazienti affetti da Sla, la TDP-43 si scompone e si “incolla” alle cellule, perdendo la sua capacità di leggere il codice genetico e provocare la morte dei nuclei cerebrali.

I ricercatori sono arrivati a questa conclusione dopo aver iniettato nei neuroni di topi di laboratorio una proteina dalla struttura e dal meccanismo simili a quelli della TDP-43.

Da qui la scoperta che le cellule del cervello si riattivavano tornando poi alle loro normali funzioni.

Scoperta che può rivelarsi un metodo efficace per rallentare o frenare l’avanzata della malattia.

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