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Lancia un allarme il direttore scientifico del Wwf Italia Gianfranco Bologna, nel corso del convegno che si è tenuto a Napoli oggi, organizzato in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn.

“Il nostro impatto sui sistemi naturali sta facendo preoccupare l’intera comunità scientifica, perché in molte situazioni ci troviamo vicini a dei punti critici, vere e proprie “soglie”, oltrepassate le quali gli effetti a cascata che ne derivano possono essere devastanti per l’umanità. Le vere vittime degli stravolgimenti che stiamo producendo ai sistemi naturali siamo soprattutto noi stessi”.

“Oggi più di tre quarti della superficie del pianeta è stato “ridisegnato” dalle attività umane. Stiamo modificando il sistema climatico. L’incremento della temperatura media della superficie terrestre dal 1880 al 2012 è stato di O.85°C. Gli ultimi tre decenni sono stati i più caldi da quando esistono registrazioni della temperatura media della superficie terrestre dal 1850 ad oggi” continua ancora Bologna.

“Ero a Rio del Janeiro nel 1992 quando venne firmata la convenzione quadro sui cambiamenti climatici. Da allora la riduzione e l’eliminazione dei combustibili fossili nel nostro sistema economico non sono avvenuti. Più perdiamo tempo più aggraviamo situazione perché dati ci dicono che il cambiamento climatico è in atto e somiglia ai cambiamenti della storia che hanno avuto effetti devastanti in periodi in cui non c’erano sette miliardi di persone al mondo, come oggi, di cui il 60% vive entro cento metri dalle zone costiere”.

Il riscaldamento globale è un fenomeno in atto i cui cambiamenti climatici da esso generati, uniti alle fragilità del territorio, continuano a generare forti impatti economici, sociali e ambientali.

Roberto Danovaro, presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn e presidente del Comitato scientifico del Wwf denuncia infatti l’aumento anomalo della temperatura nei nostri mari, soprattutto nel periodo estivo, e l’acidificazione delle acque. “L’assorbimento in mare dell’anidride carbonica – dice Danovaro – abbassa il livello del pH e mette a rischio la sopravvivenza di numerose specie marine come, ad esempio, il corallo rosso, le stelle di mare e i molluschi”.

“Le acque del golfo di Napoli hanno raggiunto la temperatura record di 29 gradi e in Cilento si sono toccati addirittura i 30 gradi nel mese di agosto 2015 – afferma Giuseppe Onorati, responsabile del Centro meteo clima dell’Arpac – contro una media di 24-25 gradi”.

In un recente rapporto pubblicato sul sito dell’Arpac a firma della ricercatrice Eugenia Oliva si afferma infatti che “questo aumento anomalo della temperatura provoca un maggiore vapore acqueo in atmosfera favorendo, pertanto, maggiori temporali in autunno”, sebbene, non sia possibile affermare, dal punto di vista scientifico, che ci sia una correlazione causa-effetto con le alluvioni che hanno messo in ginocchio interi territori in questi giorni, ma sicuramente il calore anomalo nelle acque marine è un fattore importante rispetto all’andamento del clima.

Presenti al seminario “Clima, Natura, Futuro” anche Gennaro D’Amato, coordinatore della Commissione Gard (ambiente, clima e salute) del ministero della Salute che ha affrontato il problema dell’inquinamento atmosferico sull’effetto serra e la sua incidenza sull’aumento delle allergie e il vicesindaco di Napoli Raffaele Del Giudice.

In chiusura Ornella Capezzuto, presidente del Wwf Napoli ha annunciato la partecipazione degli attivisti napoletani alla marcia del 29 novembre a Roma in vista del prossimo summit mondiale incentrato sul clima che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre, di quest’anno.

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