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osteoporosi
Il 20 ottobre si celebra la Giornata mondiale contro l’osteoporosi e la Siomms, che quest’anno si pone come obiettivo quello di informare soprattutto i possibili rischi al maschile, proponendo iniziative di sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale.

Non solo donne. L’osteoporosi è una malattia che colpisce anche gli uomini.

E’ vero «A fronte di 3,5 milioni di donne, sono circa un milione gli uomini con le ossa fragili nel nostro Paese» precisa l’esperto Claudio Marcocci. «Inoltre, circa il 20 per cento delle fratture di femore e il 50 per cento di quelle vertebrali si registrano nella popolazione maschile over 65. Che, in dieci anni, ha riscontrato un aumento del numero di fratture di femore da osteoporosi del 36 per cento, contro un incremento del 27 per cento nel sesso femminile».

Nella donna la causa principale dell’osteoporosi è da collegare ad un deficit degli estrogeni dopo la menopausa: il calo degli ormoni femminili altera il meccanismo del rinnovamento del tessuto osseo, lasciando più spazio di azione agli osteoclasti, le cellule capaci di demolirlo. «Nell’uomo, invece, nella maggior parte dei casi (circa 65-70 per cento), l’osteoporosi è dovuta a cause secondarie, come altre malattie che determinano una perdita di massa ossea, per esempio l’ipogonadismo, l’uso di corticosteroidi, di farmaci oncologici contro il cancro alla prostata e, da non sottovalutare, l’abuso di alcol» continua Claudio Marcocci.

«Alcol, sedentarietà e sigarette sono nemici delle ossa: contribuiscono a renderle fragili perché inibiscono l’azione degli osteoblasti, le cellule deputate a produrre nuovo osso» spiega ancora l’esperto, precisando anche che «Alcuni farmaci, in particolare il cortisone, e alcune patologie, come per esempio il diabete, l’ipertiroidismo e altre malattie endocrine incidono negativamente sul bilancio osseo, alterando l’equilibrio tra la formazione di nuovo tessuto e il riassorbimento, a favore di quest’ultimo”.

Per questo è importante «Camminare almeno 30 minuti per quattro-cinque volte alla settimana, in quanto esercita un effetto benefico sulle ossa perché, stando in piedi, il peso grava sullo scheletro e il movimento determina una contrazione muscolare che influisce sul rinnovamento scheletrico favorendo così anche una maggiore densità ossea» raccomanda Marcocci.

«Risulta, invece, meno efficace il nuoto perché, in acqua, manca il carico della gravità». L’ideale, e allora fare lunghe passeggiate (o attività aerobiche) all’aria aperta perché, soprattutto nella bella stagione, l’esposizione ai raggi solari stimola nell’organismo la produzione di vitamina D, fondamentale nel rafforzamento delle ossa perché migliora l’assorbimento intestinale del calcio presente negli alimenti, promuove la mineralizzazione del tessuto osseo neoformato e contribuisce a ridurre il rischio di fratture dato dalla fragilità ossea.

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