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Grazie ad un nuovo farmaco antivirale, il Sofobuvir , sperimentato in Sardegna su pazienti in stato avanzato della malattia, nel biennio 2015-2016 è guarito il 97% dei quasi 2000 pazienti sottoposti alla terapia.

I dati sono stati presentati due giorni fa dall’assessore alla Sanità della Regione Sardegna, Luigi Arru, alla presenza dei medici che hanno applicato la terapia con esito positivo e di alcuni pazienti che hanno tratto giovamento dal trattamento guarendo in via del tutto definitiva.

Nel biennio in questione la Regione ha speso complessivamente 120 milioni di euro. Nel primo trimestre di quest’anno, ulteriori 233 persone hanno iniziato la terapia e altri 220 sono risultati idonei a tale cura.

A marzo l’Aifa (Associazione Italiana del Farmaco) ha definito nuovi criteri che consentiranno ad un bacino sempre più vasto di pazienti con epatite C cronica di avere accesso alla terapia.

Ma c’è di più. Le novità importanti per il 2017 riguarderanno la tipologia di persone che potranno assumere il farmaco antivirale.

Mentre finora si è data priorità assoluta ai malati gravi, ora avranno accesso anche coloro con epatite C non grave ma affetti contemporaneamente da altre patologie (nefropatia, diabete e cardiopatia).

Potranno, infatti, essere trattati anche gli operatori sanitari che hanno contratto la malattia sul posto di lavoro.

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