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La Coldiretti nella Giornata Mondiale della Terra che si è celebrata ieri, 22 aprile, ha spiegato che: “Negli ultimi 25 anni l’Italia ha perso oltre un quarto della terra coltivata (-28%) per colpa della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile in Italia ad appena 12,8 milioni di ettari”.

Aggiungendo anche che “La disponibilità di terra coltivata significa produzione agricola di qualità, sicurezza alimentare e ambientale per i cittadini nei confronti del degrado e del rischio idrogeologico. Su un territorio meno ricco e più fragile per il consumo di suolo si abbattono i cambiamenti climatici, con precipitazioni sempre più intense e frequenti che il terreno non riesce ad assorbire“.

Il risultato – ha continuato Coldiretti – è che sono saliti a 7145 i comuni italiani, ovvero l’88,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni. L’agricoltura e l’allevamento segnano in modo indelebile il paesaggio italiano nelle diverse stagioni. Un valore aggiunto di armonia e bellezza per l’Italia che rappresenta anche un elemento di attrazione turistica distintivo del Belpaese”.

Per proteggere la terra e i cittadini che ci vivono, l’Italia – ha concluso la Coldiretti – deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola“.

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