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La sindaca di Roma Virginia Raggi ha promosso un «piano pro-rom». Grazie ai fondi europei (3,8 milioni di euro per il solo 2017), come si legge sul sito del Comune di Roma, il Campidoglio garantirà a circa 130 famiglie rom (800 persone) «scolarizzazione, occupazione, salute, abitazione».

Più nello specifico: per un massimo di due anni e a chi ne ha diritto sulla base del reddito e della composizione familiare, il Comune offrirà case popolari e un contributo per l’affitto a chi oggi vive nei campi rom.

Si partirà – ha spiegato la Raggi – con due campi, La Barbuta e Monachina, che verranno chiusi appunto entro due anni. Poi toccherà ad altri, «fino al completo superamento della logica dei campi».

Mattias Mainiero su Libero spiega “le famiglie rom intascheranno il contributo casa e occuperanno l’abitazione. Poi, con calma, gireranno la loro casa ad altri e ritorneranno nei campi rom, ovviamente guadagnandoci sopra. Perché sono nomadi e non amano vivere sotto un tetto stabile”.

Ma il sindaco Raggi dichiara: «Finalmente a Roma saranno superati i campi rom. Fermeremo la mangiatoia che per troppi anni c’è stata sui campi da parte della criminalità e di Mafia Capitale anche», dimenticandosi dei circa ottomila romani senza fissa dimora che albergano nelle stazioni ferroviarie e sotto i portici cittadini e che il 4 per cento della popolazione (centomila persone) vive (sopravvive a mal appena ) sotto la soglia della povertà.

Senza tener conto che a causa della disoccupazione, crisi economica il Lazio è al secondo posto in Italia per sfratto e morosità.

Nella sola città di Roma, nel 2015, le sentenze di sfratto sono state 3.030. Eppure, Rom Sinti e Carminanti, che alla fissa dimora non ci tengono, riceveranno dal Campidoglio un contributo fisso per affitto e una casa.

Pronta e giusta la reazione di un papà con una figlia disabile. “Non sono razzista, ma questa è un’ingiustizia”. Emmanuel Mariani, papà di Maria Noemi, 11enne invalida al 100% per un errore durante il parto, a rischio sfratto insieme alla sua famiglia dall’Ater di Roma, si dice “basito” di fronte al piano messo in atto dal Capidoglio e dalla sindaca Raggi.

“Spero che non ci siano cittadini di serie A e B”, aggiunge Mariani, che può ritrovarsi presto senza una dimora, perché una sentenza ha stabilito come “abusiva” l’assegnazione dell’appartamento popolare in cui vive concesso in uso dal sindaco Veltroni.

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