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Fanno molto discutere le novità in tema di scuola e insegnamento in vigore dal prossimo anno scolastico 2017/18.

Anche perché, l’insegnamento, già da tanti anni, non è più quello di una volta. Figuriamoci ora cosa succederà.

Gli istituti scolastici, infatti, saranno obbligati a corsi per chi ha gravi lacune. Far ripetere l’anno a uno studente, dunque, sarà quasi impossibile.

Le nuove regole previste nel decreto legislativo n.62, uno dei provvedimenti attuativi della legge 107, e i criteri per giudicare gli alunni varranno per il prossimo anno scolastico 2017-2018 per elementari e medie, mentre dal 2018-2019 anche per le superiori.

Questo il commento, al Secolo XIX, di Roberta Fanfarillo, responsabile nazionale CGIL dei dirigenti scolastici, spiega: “L’insegnamento è cambiato, un dovere sostenere gli alunni. Più che sui criteri per la promozione – dice Fanfarillo – mi soffermerei sui corsi obbligatori previsti per chi ha gravi insufficienze. Per gli istituti, infatti, sarà difficile organizzare le ore di recupero. Sulla carta dovrebbero essere svolti grazie all’organico dell’autonomia, ma non sempre gli istituti hanno i docenti di cui hanno bisogno. Non è vero che appiattisco il livello dell’istruzione, adesso, invece, le istituzioni scolastiche devono valutare le esigenze degli alunni per aiutarli e sostenerli verso il completamento del percorso degli studi”.

A seguire il commento di Roberto Fedi: “Compito di un’istituzione moderna è prendersi e insegnare le responsabilità. Così si accetta la regola che nessuno è colpevole, neanche di svogliatezza. Si deve far capire che nella società niente ti viene per diritto, ma te lo devi conquistare. Non è una gran massima, ma al Miur dovrebbero scriverlo sui muri. L’autoritarismo è un male, ma l’autorevolezza è un’altra cosa”.

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