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Una sola pastiglia, insieme alla normale insulina darebbe una nuova possibilità di vita a milioni di diabetici.

La Sotagliflozin, assunta a mattina prima di colazione, darebbe la possibilità di tenere a bada il glucosio e così di ridurre la quantità di insulina da assumere ogni giorno per combattere la prematura morte delle beta-cellule del pancreas.

In questi giorni si è conclusa la fase di studio clinico con l’assunzione da parte di migliaia di persone che si sono prestate ai test. Gli esiti sono stati pubblicati sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine e presentati al Congresso Europeo sul Diabete (EASD) in corso a Lisbona.

Tra gli scienziati coinvolti nello studio, anche il professor Paolo Pozzilli, Ordinario di Endocrinologia e Malattie Metaboliche presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma (UCBM). “La sperimentazione – ha detto il professore – ha accertato che questo nuovo farmaco, che fa parte della classe dei cosiddetti inibitori del riassorbimento del glucosio a livello renale, consentendone l’eliminazione attraverso le urine, è in grado di ridurre il suo assorbimento anche a livello intestinale. I pazienti che hanno partecipato al trial clinico, grazie all’assunzione di questa compressa hanno registrato una significativa riduzione del fabbisogno insulinico e un notevole miglioramento nei livelli dell’emoglobina glicata, che è indice di buon controllo del metabolismo: in particolare, il farmaco è riuscito ad abbassare la loro glicemia e a mantenerla stabile nonostante, nel contempo, fosse stato ridotto loro l’apporto d’insulina”.

Questo nuovo farmaco combatte il diabete di tipo 1, ovvero quello di tipo “giovanile”.

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