Donne nel mondo dei manga: la rivoluzione di  Riyoko Ikeda e di Lady Oscar
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Anche quest’anno, la capitale torna a ospitare, dal 30 settembre al 3 ottobre, il Romics, la rassegna internazionale dedicata al fumetto e al cinema di animazione, organizzata dalla Nuova Fiera di Roma e da Castelli Animati: il festival, giunto alla sua decima edizione, sarà particolarmente ricco di eventi (concorsi, mostre, anteprime, sfilate Cosplay), di novità (come l’incoronazione dei “7 re di Romics”, sette grandi autori del mondo fumettistico che riceveranno un riconoscimento per la loro esperienza lavorativa) e, soprattutto, vedrà la partecipazione dei più importanti maestri del fumetto mondiale, come Claudio Villa (celebre copertinista di Dylan Dog) e Chris Ware.

Ospite d’onore sarà, però, l’autrice di fumetti giapponese Riyoko Ikeda, madre di uno dei manga più famosi al mondo: “Berusaiyu no Bara” (“Le rose di Versailles”), meglio noto in Italia come “Lady Oscar”.

La storia, nata nel 1972 come fumetto e poi, visto l’enorme successo, trasposta in anime televisivo nel 1979 (in Italia andò in onda per la prima volta nel 1982), è ambientata nella Francia del secondo Settecento, con particolare attenzione alle vicende della Rivoluzione del 1789, ed è incentrata sul personaggio di Oscar François de Jarjayes: nata nel 1755, Oscar è la sesta figlia femmina del generale François Augustin Reynier de Jarjayes (nobile francese realmente esistito), il quale, deluso per la nascita di un’altra bambina, decide di crescerla come un maschio, addestrandola all’uso delle armi e preparandola a una futura vita militare.

E, effettivamente, Oscar dimostra di avere la determinazione ferrea, l’inflessibilità e l’intransigenza di un vero guerriero, qualità che le permettono di diventare, a soli quattordici anni, comandante della Guardia Reale: il suo compito principale è quello di proteggere il delfino di Francia Luigi Augusto (futuro Luigi XVI) e la sua promessa sposa, la giovane Maria Antonietta, dalle trame e dai complotti del duca di Orleans, che mira a ucciderli per impadronirsi della corona. In questo modo, Oscar si guadagna l’amicizia e la stima della futura regina ma, con il passare degli anni, matura un crescente disgusto per i torbidi e le dissolutezze dell’ambiente di corte; parallelamente, però, cresce in lei una forte empatia per le sofferenze del popolo e, proprio per difendere la causa dei più deboli, Oscar decide di abbandonare la Guardia Reale. Assume, così, il comando della Guardia Nazionale di Parigi insieme al suo amico d’infanzia, André, per il quale nutre anche un sincero e profondo amore, destinato, però, a essere tragicamente stroncato sul nascere.

Quella della bionda spadaccina, che ha conquistato generazioni di ragazzi con il suo fascino androgino, è la storia di un personaggio anticonvenzionale, che, un po’ forzatamente, un po’ seguendo la propria inclinazione, oltrepassa tutte le barriere imposte al mondo femminile (benché rigorosamente sotto spoglie maschili) e arriva a rompere i rigidi dogmi e le calcificate convenzioni della società dell’ancien régime; per questo lato, non si può fare a meno di notare l’impressionante somiglianza con l’esperienza personale di Riyoko.

Ikeda Sensei(“la maestra Ikeda”), che tra l’altro ha guidato ieri sera il corteo in maschera di apertura del Romics travestita da Maria Antonietta, ha raccontato ai giornalisti, nella residenza romana dell’ambasciatore giapponese, il proprio difficile esordio nel mondo dei manga e la genesi del celebre personaggio di Oscar: “Ho iniziato a pensare a Lady Oscar – dice la mangaka (“autrice di manga”) – quando avevo 24 anni ed ero studentessa di filosofia a Tsukuba.

I miei amici mi dicevano che sarebbe stato folle abbandonare gli studi per il fumetto e il mio editore mi sconsigliava di affidare un messaggio importante a una donna. Io invece ero certa che la storia di una ragazza che rinunciava ai sogni tipici delle donne per essere indipendente avrebbe colpito il cuore di molti. Molti uomini però non l’hanno accettato. Quando è uscito il manga ricevevo telefonate d’insulti”.

Tra l’altro, Ikeda ha dovuto subire anche le discriminazioni di un mondo, quello dei manga, allora dominato dagli uomini: “Essere una donna nel mondo dei manga è stato durissimo: una volta ho disegnato per tre giorni e tre notti consecutive senza mangiare.

Ma, nonostante lavorassi molto di più, mi pagavano la metà rispetto a un mangaka uomo, perchè si dava per scontato che prima o poi mi sarei sposata e fatta mantenere”. Ciononostante, il suo successo come fumettista è stato immenso e, oltretutto, Ikeda è anche riuscita a coronare un altro grande sogno, quello di diplomarsi in canto al conservatorio: come soprano, quindi, sarà anche la protagonista di un concerto lirico, che terrà presso la ex Chiesa di Santa Maria al Collegio Romano il primo ottobre.

di Chiara Gazzini

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