Uno dei capisaldi della letteratura mondiale e’ sicuramente “l’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera.
La disamina che voglio proporre ovviamente non e’ letteraria bensì psicologica; vale a dire porvi una domanda sul perchè alcuni uomini cercano più donne in una (l’amante, la moglie, la confidente, la psicologa e ultimamente anche l’esperta in fai da te e idraulica) e altri cercano, invece, inconsciamente in ogni donna che incontrano una parte di quel tutto, per cui la vivono in un solo ruolo, in un solo aspetto, per cui per completare le aspettative che si pongono sull’ideale vanno perennemente e spasmodicamente a cercare o “trovare” infinite donne al fine di soddisfarsi.
Ovviamente in entrambi i casi c’è una insoddisfazione che non si esprime solo nel perenne pellegrinare da una mancanza all’altra, ma trova radici in una visione parziale della affettività ricevuta nel corso della vita.
Oggi questa e’ una realtà molto più femminile che maschile, nel capovolgimento dei ruoli anche le patologie sembrano traslocare ad evidenziare la parità dei sessi sia nel bene che nel male.
Spesso a studio, anime incomplete vengono a chiedermi dell’altra meta’ del cielo se arriverà, quando e se loro hanno responsabilità; sovente rispondo che non bisogna guardare dietro per vedere chi ci viene incontro, non bisogna aspettare, quando si può andare incontro, e che non esistono responsabilità sulla propria anima ne verso quella altrui, esistono paure urlate che non rendono possibile sentire quando la voce dell'”insostenibile leggerezza dell’essere ” ci chiama.
a cura del Dr. Paolo Pozzetti
Psicologo Psicoterapeuta