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Dal male ho ricavato molto bene. Il mantenere la calma, il non rimuovere nulla, il rimanere vigile e insieme l’accettazione della realtà – prendendo le cose come sono e non come avrei voluto che fossero.
Mi hanno portato conoscenze singolari, ma anche singolari energie, quali prima non avrei potuto immaginare. Ho sempre pensato che non si accettano le cose, esse, in un modo o nell’altro, ci sopraffanno; ora invece non e’ più così, e solo accettandole, e’ possibile prendere posizione di fronte ad esse.
Anch’io voglio partecipare al gioco della vita, bene e male, sole e ombra che costantemente si alternano, e così accetto anche la mia, propria natura, con i suoi limiti, con i suoi lati positivi e negativi e tutto si ravviva”.

COM’ERO PAZZA, IO CHE VOLEVO FORZARE OGNI COSA AD ADATTARSI AL MIO VOLERE!.” (C.G.Jung, Il segreto del fiore d’oro, pag.56-57,ed. Bollati Boringhieri).

Ho voluto iniziare questo mio intervento con una frase scritta da una paziente a Jung più di 50anni fa.

Credo che sia lampante come possa essere attuale e congrua a molti esiti positivi di percorsi analitici; il credere per strani assunti nitzchiani, per maniacali also spracht di chissà quale redivivo counselor, motivatore o semplicemente superstite di uno yuppismo ideologico, che il volere sia l’unico potere evoluzionistico della società. E’ un assurdo.

Il nostro iter psicologico, ma anche di vita comune, deve avere un preciso excursus di consapevolezza ove il male, l’accaduto, – non senso – deve avere il tempo di dischiudere il suo contenuto e da questo offrire il punto di partenza per una acquisizione di esperienza che solo a questo punto diviene obiettivo per la volontà di metamorfosi non di superamento tramite rimosso, ma mutamento del costrutto nevrotico che non e’ scevro da dolore, ma che in quel dolore offre la forza per trovare il segno di una potenza che non e’ il riuscire su qualcosa ma, e’ il potere di riuscire di qualcosa.

Il potere su qualcosa e’ un potere che si limita all’oggetto, il potere di qualcosa e’ una possibilità che cogliamo col voler muoversi, perché si ha la consapevolezza del perché oltre che del dove, come e quando, sono conscio della difficoltà e della non immediatezza di questo mio scritto; ma rileggete le parole di questa paziente, e coglierete la gioia dell’ ESSERE IN VITA

Dr. Paolo Pozzetti
Psicologo Psicoterapeuta

Giovanna Manna

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