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“Siamo mamme e siamo donne”, questo il titolo di un gruppo su facebook. Un tema attuale quanto scontato. Ma proprio per questo poco approfondito e poco “sentito”.

Presi dalla nostra gestione del tempo, che pur essendo per tutti sempre lo stesso, ci sembra sempre poco e male impegnato, non ci fermiamo mai a “sentire” e a riflettere su quanto perdiamo di fronte ad un atteggiamento agitato ed un approccio miope alla nostra persona rischiando di perdere la nostra anima, il nostro cuore, la nostra gioia e spensieratezza rinunciando alla dignità di donna quale, tra l’altro, oggetto di valutazione ed osservazione da parte dei nostri figli.

Identità di coppia, identità genitoriale ma anche identità personale.

E’ un gioco sottile di parti, di sentiti, di ruoli e agiti che vanno giocati insieme, parallelamente in armonia e con amore.

Una paziente mi racconta ad esempio del suo disagio a vivere una sessualità piacevole con il proprio marito nel periodo non ovulatorio Se ci riflettiamo è abbastanza insolita questa evidenza in quanto il piacere nell’essere umano non dovrebbe essere legato alla procreazione ma ad altri fattori che si identificano in emozioni, sentimenti, pensieri, legami, fantasie, riconoscimenti e reciproche proiezioni di sentiti ed immagini che esulano dalla procreazione in sé.

Eppure non è raro trovare una confusione tra identità di donna ed identità di madre. Sono due momenti diversi in cui il riconoscimento di sé viaggia anche attraverso la relazione di coppia nel primo caso e nel secondo attraverso la relazione genitoriale con il proprio partner.

Di fatto essere madre diventa spesso l’unico obiettivo di una donna perché possa sentirsi riconosciuta nella propria funzione di vita e riempire quel vuoto interno. Il modello maschile invece si contraddistingue dalla donna proprio per la presenza fallica.

Ci troviamo spesso di fronte a donne disperate che si sottopongono a cure estenuanti per poter procreare sentendo il divenire madre l’unica salvezza di riconoscimento del sé e della propria esistenza caricando poi sui piccoli il peso di questa condizione.

Questo vuoto incolmabile diventa motivo di ulteriore accanimento nei confronti delle attenzioni morbose e dei ricatti affettivi verso i figli che devono sottostare alle richieste materne quali unica risorsa per sopperire alla “mancanza” , al vuoto interiore di queste.

La depressione post partum ci porta a volte più drasticamente e drammaticamente vicino a tale problema. Questa si differenzia però dal baby blues che risponde ad una fisiologica risposta di disorientamento e tristezza che dura, invece, solo per breve tempo subito dopo il parto.

La condizione femminile nella ricerca di un proprio essere, di una proprio motivo esistenziale finisce per incatenare la Donna o in “Madre” o in quei modelli di corpi stereotipati, senza età, quali risultato di tentativi esilaranti per annullare l’effetto tempo che passa.

La negazione del tempo passa attraverso la negazione del sé.

Ma dov’è la Donna? Chi è davvero? E’ mamma, è l’oggetto stereotipato dei media, è moglie, amante, compagna oppure chi sa ascoltare se stessa al di là delle definizioni che vengono da lontano, chi ha il coraggio e l’ umiltà di ascoltare il proprio cuore, il proprio rumore, le proprie idee, i propri sentiti, i propri colori, la propria musica.

Conoscere se stesse significa riconoscere quei segnali interni che perdiamo nel tentativo di identificarci ai modelli esteriori di riconoscimento.

Sentire i nostri desideri e le nostre inclinazioni significa comunicare al nostro partner il nostro amore, i nostri progetti e condividerli, costruirli insieme partendo da vissuti nati insieme.

La nostra creatività dà luce e innovazione ai nostri figli, li fa sentire liberi di crescere, sicuri che la mamma sa capire, perché lei stessa sente e sa quanto bello sia poter assaporare il calore delle proprie emozioni e la luce delle proprie fantasie e dei propri desideri.

Bibliografia:
Loredana LIpperini:”Non è un paese per vecchie” ed. Feltrinelli
Louann Brizendine:” Il cervello delle donne” ed. BUR Rizzoli
L. Marchino e M. Mizrahil:”Il corpo non mente”ed. Saggi Frazzinelli
E. Berne “Ciao e Poi?” ed. Bompiani
E. Bern: “Fare l’amore” Bompiani
T. A. Harris “ Io sono Ok Tu sei OK” ed Rizzoli

a cura della Dr.ssa Daniela Benedetto
Psicoterapeuta Sessuologa
Roma

Giovanna Manna

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