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La vaccinazione è sicuramente il modo più efficace per prevenire l’influenza e limitare le complicanze a essa connesse, soprattutto nei bambini.

Il bambino gioca un ruolo centrale nella diffusione del virus influenzale.

Infatti la trasmissione aerea rapida del virus avviene attraverso le secrezioni respiratorie ed facilitata dalla promiscuità prolungata e dagli ambienti ristretti come le aule scolastiche.

Ogni anno, il picco della popolazione in età scolare è in anticipo di circa 15 giorni rispetto a quello della popolazione generale.

Ecco perchè quest’anno il Ministero della salute ha deciso di anticipare l’inizio della campagna vaccinale ai primi di ottobre, con l’obiettivo di precedere l’eventuale periodo di maggior diffusione del virus.

In base ai dati raccolti per la stagione 2010-2011 si è deciso che il vaccino debba contenere: antigene analogo al ceppo A/California/7/2009 (H1N1), cosiddetto ceppo pandemico, antigene analogo al A/Perth/16/2009 (H3N2) e antigene analogo al ceppo B/Brisbane/60/2008.

Attenzione però, la vaccinazione da immunità nel 75% dei casi; l’altro 25% può contrarre l’influenza, ma con sintomi molto lievi.

La protezione inizia due settimane dopo l’inoculazione e perdura sei -otto mesi, poi tende a svanire l’effetto. Per questo motivo è necessario ripetere la vaccinazione all’inizio di ogni stagione influenzale.

Il vaccino offre una protezione solo nei confronti dei virus dell’influenza; pertanto, non protegge da altri virus né batteri responsabili di malattie respiratorie con sintomi simili all’influenza.

Il Ministero si raccomanda di far vaccinazione i bambini affetti da: malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio e cardio-circolatorio, diabete mellito e altre malattie metaboliche, malattie renali con insufficienza renale, malattie del sangue, tumori, malattie congenite o acquisite che comportino carenza di anticorpi, malattie infiammatorie croniche intestinali.

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