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La legge dovrebbe obbligare le industrie alimentari a diminuire la quantità di sale nei prodotti confezionati, in tal modo, si ridurrebbero quasi del 20% le malattie cardiovascolari.

Ci sono aziende che stanno riportando sulle etichette dei prodotti i possibili danni provocati dal consumo eccessivo di sale, ma questo non basta.

A sostenerlo uno studio australiano con a capo Linda Cobiac, dell’University of Queensland, il quale ha pubblicato i dati raccolti sulla rivista ‘Heart’.

I ricercatori attraverso questo studio, hanno analizzato le diverse strategie per ridurre il contenuto di sale nella dieta, essendo causa di aumento di rischio di malattie cardiache ed ictus.

Una dieta ricca di sale causa alti livelli di pressione sanguigna, ipertensione, nonchè un aumento del rischio di problemi cardiovascolari.

Ogni adulto non dovrebbe superare la dose giornaliera raccomandata di 6 grammi, questo è molto difficile da rispettare, in quanto accade che non ci si rende conto della quantità assunta consumando anche molti cibi confezionati.

Auguriamoci allora che questo suggerimento possa essere accolto, così si invoglierebbe il consumatore ad acquistare prodotti a ridotto contenuto di sale.

Si potrebbe assistere ad un calo dell’1% dei disturbi cardiaci, un risultato pari al doppio di quello che otterremmo seguendo una dieta consigliataci da un nutrizionista.

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