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A Berlino si sta tenendo in questi giorni il 13esimo World Congress on Controversies in Obstetrics, Gynecology Infertility (Cogi).

Tra i problemi più discussi, quello della menopausa e dei rischi ad essa connessi. Uno tra questi l’infarto.

La menopausa corrisponde alla fine del ciclo mestruale e dell’età fertile. In genere l’età in cui arriva è fra i 50 e i 52 anni.

Ma è proprio in quest’età che ci sono alcune malattie che colpiscono i vasi e le arterie, causa di decessi.

In Italia si stima che sono 120.000 ogni anno le morti per infarto e altrettanti sono gli ‘attacchi’ non fatali ma invalidanti.

Per questo la prevenzione è fondamentale. Tra i consigli da seguire secondo gli esperti, ci sarebbe l’attività fisica.

Bastano almeno 10.000 passi al giorno. In questo modo si ridurre la pressione arteriosa.

Altrettanto importante è tenere sottocontrollo lo spessore medio dell’arteria carotide che tende a rialzarsi con la fine dell’età fertile.

Le donne in menopausa per questo motivo sono più soggette a infarto miocardico e stroke.

La terapia ormonale sostitutiva (Tos) Angeliq, ha dimostrato che è possibile ridurre la nuova formazione di cellule adipose e quella di aterosclerosi.

Dopo 6 mesi di trattamento è risultata efficace nel diminuire notevolmente lo spessore dell’arteria carotide.

In Italia solo il 3,4% delle donne usa questo farmaco. Mentre, invece, se ci si avvicinasse a questa terapia prima dei 60 anni o comunque entro 10 anni dalla menopausa il rischio di infarto e della mortalità per malattie cardiovascolari si potrebbe ridurre del 30%.

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