Spread the love

Nell’uomo non c’è una brusca cessazione dell’attività riproduttiva come avviene nella donna.

Con l’interruzione dei flussi mestruali (menopausa): potremmo quindi affermare “che l’andropausa in realtà non esiste” perchè nel maschio non c’è un brusco stop alla capacità procreativa. Per questa ragione attualmente il termine scientifico piu’ corretto per indicare l’andropausa è attualmente “SLOH” acronimo inglese che significa “Symptomatic Late-Onset Hypogonadism” ovverosia ipogonadismo sintomatico ad insorgenza tardiva. Si tratta quindi di una riduzione progressiva del testosterone, principale ormone maschile, carenza che puo’ generare vari disturbi, non solo limitati alla sfera sessuale come comunemente si ritiene.

Indicativamente dopo i cinquanta anni, nel maschio le piccole arterie testicolari divengono progressivamente piu’ rigide riducendo la portata di ossigeno al tessuto; inoltre il testicolo si impoverisce di cellule: il risultato è una ridotta secrezione di testosterone. Questo ormone inoltre, a causa dell’aumento delle proteine di trasporto nel sangue , è anche piu’ difficilmente erogato nei tessuti periferici, divenendo di fatto piu’ esiguo e meno efficace. Il risultato di queste modificazioni è quindi una ridotta presenza nell’organismo del testosterone e soprattutto della quota “biodisponibile”, ovverosia quella frazione “sganciata” dalle proteine che rappresenta proprio la forma attiva dell’ormone.

Possiamo fare un esempio paragonando il testosterone al denaro nel nostro portafoglio: con l’età diminuisce non solo la somma che possediamo, ma aumentano anche i tagli di banconote grandi che sono sempre meno “spendibili” nelle piccole spese quotidiane. Cosicchè possono esserci difficoltà crescenti a “impregnare” i tessuti dell’organismo di buone quantità di ormone attivo “in spiccioli” .

Per quanto riguarda la fertilità, l’età provoca nel maschio involuzioni minori. Con l’invecchiamento si assiste ad una riduzione progressiva del volume dei tubuli seminiferi e delle cellule di Sertoli del testicolo, con scadimento della quantità e la qualità degli spermatozoi. La fisiologica involuzione della prostata e delle vescichette seminali, induce inoltre un degrado della qualità del plasma seminale che veicola gli spermatozoi. Il calo del testosterone stesso incide negativamente sulla produzione di spermatozoi. Tutto questo comporta si’ una riduzione della fertilità, ma puo’ consentire il concepimento naturale anche in tarda età.

La diminuzione del tasso di testosterone si fa risentire su tutti gli organi bersaglio dell’ormone maschile, non solo quindi sulla vita sessuale:

– cervello: riduzione dell’aggressività, della concentrazione, tendenza alla depressione, all’insonnia, riduzione o scomparsa del desiderio sessuale con diminuzione della frequenza delle erezioni mattutine, lesioni nervose che secondo alcuni possono favorire l’insorgenza della malattia di Parkinson o d’Alzheimer

– muscoli: diminuzione del loro volume, affaticamento fisico crescente, stanchezza

– osso: poco testosterone significa nel maschio anche pochi estrogeni circolanti, con conseguente impoverimento di Calcio nelle ossa, rischio di osteoporosi e facilità di fratture

– sangue: minore produzione di globuli rossi e conseguente anemia

– sistema immunitario: diminuzione dei linfociti T e delle difese immunitarie contro le infezioni e le neoplasie

-sistema cardiovascolare: secondo recenti dati l’impoverimento di testosterone nella terza età potrebbe aumentare il rischio di malattie cardiache di tipo ischemico (infarto miocardico)

-pelle: diviene più sottile, più fragile, più secca, più rugosa, con diminuzione della pilosità

-caratteri sessuali: riduzione del volume e della consistenza dei testicoli, perdita di elasticità dei tessuti del pene e ridotta funzionalità vascolare dei corpi cavernosi (impotenza), ridotta capacità secretoria della prostata e delle vescicole con conseguenti alterazioni dell’ eiaculazione, aumento del volume delle mammelle (ginecomastia), perdita del pelo pubico

In generale, ne deriva una sensazione di “malessere”, accentuata dalle modificazioni dell’ immagine corporea giudicate inestetiche (obesità, rughe, calvizie, macchie scure o pigmentate, rigidità e dolori articolari, etc…)

Quali soluzioni terapeutiche?

L’insufficienza di testosterone legata all’invecchiamento può essere compensata con un trattamento ormonale mirato a ristabilire un tasso normale di testosterone. Il trattamento ormonale spesso genera timori in merito ai possibili effetti collaterali.

In realta’ le vere controindicazioni al trattamento integrativo con testosterone sono poche e ben individuabili:

-la presenza accertata od anche sospetta di tumore prostatico; la terapia con testosterone non aumenta il rischio di insorgenza di tumori prostatici, ma puo’ accelerare il decorso di un tumore preesistente

– situazioni di vera ostruzione urinaria dovuti ad un eccessivo volume prostatico;

– presenza di elevati valori di ematocrito con sangue che è divenuto poco fluido e a rischio di tromboembolie.

Occorre eseguire sempre preventivamente una visita andrologica completa di ecografia prostatica e valutazione nel sangue, oltre ai comuni parametri ematochimici, di una sostanza denominata PSA (antigene prostatico specifico).

Da sottolineare che non esiste nessun limite di età oltre il quale il testosterone sia inutile o dannoso. Su questo ci sono ormai pareri concordi su tutta la letteratura scientifica disponibile.

La forma di testosterone transdermico in gel, che consente il rapido passaggio dell’ormone attraverso la pelle, è attualmente la piu’ utilizzata, sia perche’ consente di somministrare ogni mattina dosi fisiologiche di ormone applicando un gel sulla pelle evitando accumuli in eccesso, sia perche’ è del tutto evitato il metabolismo epatico del farmaco.

Una valida alternativa è il testosterone in forma deposito da iniettare per via intramuscolare ogni tre mesi.

La terapia con testosterone nell’andropausa, puo’ essere associata vantaggiosamente anche ad altre terapie andrologiche, ripristinando nella stragrande maggioranza dei casi un rinnovato vigore – non solo sessuale – di grande impatto positivo sulla qualità di vita ed una sensazione generale di benessere.

Rif. Bibliografici:

Diagnosi, trattamento e follow-up dell’ipogonadismo maschile età-correlato: raccomandazioni dell’ International Society of Andrology (ISA)

Società Internazionale per gli Studi dell’Invecchiamento Maschile (www.ISSAM.ch): linee guida Società Italiana

a cura del Dr. Paolo Michele Giorgi
Specialista in Andrologia & Endocrinologia

2 pensiero su “Età e virilità: esiste l’andropausa?”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.