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Per ridurre il più possibile le complicanze e i pericoli per le mamme e i bambini, durante il parto e allo stesso tempo, adeguarsi agli standard europei che prevedono una percentuale di parti cesarei non superiore al 15% sul totale delle nascite, il Ministero della Salute ha stilato e diramato un vademecum con 10 linee guida, stabilite in collaborazione con le Regioni e approvato dalla Conferenza Stato-Regioni.

Ecco allora i dieci punti per un parto sicuro:

1. Riduzione e accorpamento dei punti-nascita, al fine di razionalizzare le risorse sanitarie e, creare poli altamente specializzati in grado di fornire assistenza più efficace e puntuale. Riduzione a specializzazione anche per i consultori.

2. Dotazione, per ogni struttura sanitaria con punto nascita, di una cosiddetta “carta dei servizi del percorso nascita”, in cui siano segnalate tutte le informazioni relative all’assistenza della paziente e del bimbo prima, durante e dopo il parto, incluso il sostegno all’allattamento materno, con particolare attenzione alla “umanizzazione” dell’intero percorso.

3. Integrazione dei servizi territorio-ospedale, per garantire la continuità assistenziale.

4. Sviluppo di linee guida relative alla gravidanza fisiologica, il parto naturale e il parto cesareo da parte del Sistema nazionale insieme all’Istituto Superiore di Sanità.

5. Per permettere l’attuazione su base territoriale delle linee guida, si effettueranno degli studi per capire gli ostacoli che impediscono l’adeguamento delle singole strutture sanitarie, nonchè la promozione dei percorsi clinico-assistenziali preparatori per i professionisti della sanità.

6. Elaborazione di strumenti per la prevenzione della mortalità materna e neonatale, comprensivi di raccomandazioni e installazione di sistemi di monitoraggio/sentinella.

7. Promozione di un protocollo del dolore durante il percorso travaglio-parto, sia di tipo farmacologico (anestesia epidurale), che di altro tipo.

8. Per mettere in pratica tutte le nuove normative stabilite dal Ministero, verranno organizzati e promossi dei corsi di formazione e di aggiornamento per gli operatori del settore sanitario coinvolti nel percorso, con una collaborazione con le Università.

9. Controllo costante e verifica dell’attuazione e dell’efficacia del nuovo protocollo attraverso indicatori misurabili e indici di valutazione.

10. Istituzione di un Comitato per il Percorso Nascita (Cpn) permanente, interistituzionale, in stretta collaborazione con il Ministero della Salute, le Regioni e i vari Enti, con lo scopo di monitorare e coordinare le attività del protocollo. Analogo organismo a livello locale.

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