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“I sogni danno materia all’arte. L’arte dà energia al pensiero. Il pensiero guida la scienza. La scienza realizza i sogni.”

Con questa massima si viene accolti nel Museo del ’900, nuovo gioiello della corona del centro di Milano, situato presso la sede dell’Arengario che il 6 dicembre ha visto la sua inaugurazione, dopo 3 anni di lavori.

A dare il benvenuto è Finmeccanica che ha concesso alcuni pezzi da esporre nell’anticamera del museo, facendone un trionfo della tecnologia del XX secolo.

Da questa sala esterna si accede all’ingresso vero e proprio, qui parte una scalinata tramite la quale si giunge alla prima opera, firmata Carla Rota: si tratta di Arengario Pop up, un omaggio alla “casa” del museo.

Continuando la salita ci si imbatte ne Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza Da Volpedo, dipinto scelto come apertura della mostra per ricordare un’arte che si tenderà a dimenticare nel resto dell’esposizione, esso infatti, come suggerisce la targa che lo accompagna, “segnò l’ultimo importante episodio, per la civiltà figurativa italiana, di opera d’arte a programma, caratterizzata dalla ricerca di una superiore e concomitante chiarezza di forma e di contenuto”.

Si giunge poi al cuore della mostra: un viaggio attraverso le avanguardie, dal mondo del Futurismo tra i capolavori di Boccioni e gli scritti di Filippo Tommaso Marinetti, all’universo metafisico di De Chirico, alle provocazioni di Piero Manzoni con la sua Shit of Artist, passando per le opere di altri grandi dello stesso periodo (Balla, Sironi, Morandi…).

Collezione davvero imperdibile per chi ama l’arte: il Museo del ‘900 è l’ennesimo regalo (nel vero senso della parola: l’ingresso è gratuito fino al 28 febbraio) che la città di Milano con generosità ha deciso di farci!

di Mariachiara Silleni

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