Sushi: buono e light, ma attenzione a freschezza e preparazione
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Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori americani, il sushi è molto buono, ma può essere portatore di diversi disturbi per la salute, se non si usano le dovute precauzioni.

L’Anisakis è un parassita che quasi tutti i pesci possono contenere, più diffuso in aringhe, sgombri, merluzzi, acciughe, pesce sciabola. Questo parassita è capace di provocare dolori addominali, nausea e vomito. E se da un lato il pesce è un alimento light e salutare, dall’altro è fondamentale saperlo cucinare e comprarlo accertandosi della freschezza.

Il pesce si può mangiare solo dopo essere stato esposto a una temperatura superiore a 60°C per almeno un minuto, in quanto la sola affumicatura non è efficace.

Se il pesce viene consumato crudo, come nel caso del sushi, la chiave per la prevenzione è il congelamento.

Secondo l’autorità europea i cibi diventano sicuri, a -15°C per non meno di 96 ore oppure a -20°C per 24 ore.

Poi c’è la cottura al vapore che è la più salutare in assoluto. In questo caso le temperature arrivano anche ai 100 gradi, quindi è importante fare attenzione ai tempi di cottura per non danneggiarne le qualità.

Gli esperti dell’EFSA, sostengono anche che questo è l’unico parassita di prodotti ittici che portiamo in tavola in grado di causare anche reazioni allergiche.

Dunque basta seguire le opportune cotture se si è a casa, e se si mangia nei ristoranti sincerarsi sulle stesse cose.

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