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Arriva il no dalla Corte di Cassazione alla prassi piuttosto diffusa del rilascio di ricette in bianco da parte di medici per i farmacisti, soprattutto nel caso di malati cronici.

Ebbene la Cassazione, sostiene che la prescrizione farmacologia in bianco costituisce un falso ideologico visto che “il farmaco non è un comune bene di consumo poiché oltre ad essere utile è un prodotto pericoloso anche in condizioni normali di utilizzazione, il cui acquisto deve pertanto essere effettuato sotto il controllo del medico”.

Lo stop dunque arriva con la sentenza n. 13315 relativa al caso di un medico della Asl di Frosinone e due farmacisti della zona che sono stati condannati dalla Corte d’Appello di Roma nell’ottobre 2009 di falsità ideologica in certificazioni amministrative e abusivo esercizio della professione.

I reati sono caduti in prescrizione ma la Corte Suprema, ha stabilito i risarcimenti per le parti civili, mantenendo in piedi la responsabilità degli imputati.

I fatti si erano verificati a decorrere da una data fino al dicembre 2001. Il medico consegnava ai titolari di due farmacie dei ricettari di prescrizioni mediche a lui intestati con tanto di firma e timbro in ogni foglio in bianco.

A loro volta i farmacisti provvedevano a prescrivere la richiesta medica con l’indicazione dei farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale. Ai pazienti, bastava mostrare soltanto la scatola vuota dei medicinali per avere quelli nuovi in regime di convenzione.

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