Rifiuti Campania: valori più alti ma nei limiti, nessun rischio per la salute

Secondo il Sebiorec, uno dei più importanti studi epidemiologici con biomarcatori mai fatti in Italia, commissionato nel 2007 dalla Regione Campania e costato 250mila euro, i carichi inquinanti derivati da diossine e metalli pesanti presenti nel sangue e nel latte materno sono conformi ai valori internazionali e, pertanto, non esiste alcun allarmismo sanitario.

Un team composto da 115 persone tra medici delle Asl locali e ricercatori dell’Istituto superiore di sanità, del Cnr e del Registro tumori e della Asl Na 3 hanno analizzato 900 campioni di sangue e 60 di latte materno per capire se c’erano sostanze tossiche, diossine e metalli pesanti, presenti in 16 città a rischio ambientale del napoletano e del casertano, suddivise in aree ad alto, medio e basso rischio.

Da qui grazie ad un’interpretazione dei dati è stato possibile valutare il livello di contaminazione e di esposizione agli inquinanti.

Gli esperti hanno evidenziato differenze tra zone e comuni, ma sono mancati i picchi di esposizione ai veleni dei singoli donatori che non sono stati registrati, conseguenza diretta della metodologia con cui e’ stata fatta l’indagine, in base alla quale i 900 campioni di sangue sono stati divisi in un pool di dieci campioni ciascuno e i 60 di latte materno in 10 pool.

Si tratta di una scelta dettata da fattori economici e scientifici. Nel corso dell’indagine epidemiologica viene evidenziata una priorità ‘alta’ per la presenza di arsenico a Villaricca e Qualiano, e nella ‘media’ a Caivano e Brusciano.

Mentre a Giugliano viene segnalato un primato per il mercurio e a Napoli, zona Pianura, per la diossina tipo 2,3,7,8-Tcdd, quella cosidetta di Seveso, la più pericolosa. Valori però che sono comunque nella norma, spiega il Sebiorec.