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Ma lo stress che colpisce le future mamme, tende a coinvolgere anche i colleghi su cui grava il peso della maggiore quantità di lavoro per la mancata sostituzione della donna in gravidanza.

Quello che, dovrebbe rappresentare il momento più bello per la vita di una donna, nel caso di una che lavora, questo si trasformare in un periodo difficile e carico di ansia non solo per la futura mamma, ma anche per coloro che lavorano con lei.

Ebbene sì. Per la gestante c’è la preoccupazione della ricollocazione dopo il parto e le possibili tensioni legate all’aggravio di lavoro, mentre per i colleghi c’è lo stress per la mancata sostituzione che di fatto aumenta la loro la mole di lavoro per un periodo piuttosto lungo.

Ciò accade, soprattutto nel settore pubblico, come è il caso delle impiegate di Asl e ospedali. Il 60% di esse durante la maternità, non viene sostituito, scelta imposta dai tagli alla sanità pubblica.

Questo è quanto emerge da un’indagine fatta dal Laboratorio Fiaso (Federazione italiana delle aziende sanitarie ed ospedaliere) sul ‘Benessere organizzativo’ citato da Tgcom.

Mentre analizzando questi dati e la constatazione fatta dal rapporto Asfor secondo cui la produttività di un’azienda cresce a fronte di un miglioramento del clima interno, si deduce che la sostituzione della lavoratrice in gravidanza avrebbe effetti positivi in generale, sia per la gestante, sia per i suoi colleghi, sia infine per l’azienda che ne guadagnerebbe in termini di produttività.

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