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Un gruppo di ricercatori finanziati dall’UE è riuscito a sviluppare una nuova tecnica per eseguire la mammografia.

In pratica, essa userebbe l’imaging molecolare che aiuterebbe a scoprire prima il cancro al seno.

Il dispositivo MAMMI, secondo quanto comunicato dal Consiglio nazionale Spagnolo per la Ricerca (CSIC) che ha coordinato lo studio, offre la piu’ alta risoluzione e sensibilita’ disponibili.

Ciò significa che sara’ usato principalmente per la diagnosi precoce del cancro al seno in che modo le pazienti rispondono alla chemioterapia.

Per prelevare un’immagine con questo dispositivo, la paziente si stende in posizione prona su un tavolo mettendo un seno in una delle aperture. Accanto al tavolo, c’è lo specialista che aziona il dispositivo posizionando un carrello.

Nelle prime fasi del cancro, si sa le cellule maligne si moltiplicano in modo incontrollato e dopo qualche anno la lesione diventa visibile con le attuali tecniche.

Successivamente, questa lesione si estende e ci vuole circa un altro anno affinchè possa essere rilevabile al tatto.

Le mammografie tradizionali si basano su immagini morfologiche pertanto, non riconoscono il cancro finche’ non c’e’ una lesione; al contrario, una radiografia della ghiandola mammaria fatta con questo nuovo dispositivo, si basa sulla tecnica di tomografia a emissione di positroni (PET). La tecnica PET nel dispositivo MAMMI misura l’attivita’ metabolica del tumore localizzando così l’alto assorbimento di glucosio da parte delle cellule cancerose.

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