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A distanza da una settimana, la Coldiretti fa sapere che sono stati bruciati 20 milioni di euro e nel futuro le cose non miglioreranno se non verranno varate subito delle misure per incentivare il consumo di frutta e verdura italiana.

Intanto, per cercare di risollevare le sorti economiche del settore agroalimentare italiano, ieri il governatore del Veneto Luca Zaia ha organizzato una festa con un’insalata gigante di cetrioli a cui ha invitato anche il presidente veneto della Coldiretti Giorgio Piazza.

All’ora di pranzo, in quel di Treviso, Luca Zaia e molti esperti in alimentazione hanno mangiato tutti insieme una grande e bella insalata mista (cetrioli compresi).

Il governatore del Veneto, vuole gettare acqua sul fuoco per la psicosi collettiva che sta dilagando anche in Italia. Prima la Russia che ha detto no agli ortaggi della Ue (e quindi anche ai nostri) ora anche nei mercati rionali si fa strada la diffidenza per le verdure, e diminuiscono gli acquisti.

Zaia non ci sta e per questo ha spiegato che: «Il cetriolo, come tutta l’altra verdura, va consumato: stiamo incorrendo in un auto- embargo verso prodotti che sono sanissimi. Gli studiosi cinesi dicono che questa è una variante mai vista del escherichia coli, un batterio ubiquitario: ai cittadini dico di lavare bene la verdura, ma lo dovrebbero fare comunque, perché non c’è solo l’escherichia coli, ci sono anche il botulino e le salmonelle: la pulizia è alla base di tutto».

Parole condivise anche dal ministro Ferruccio Fazio che non vuole creare allarmismi ingiustificati dannosi anche per l’economia italiana.

Intanto, però, un salame di cervo italiano produttore di tossine è stato trovato in Austria durante i controlli a tappeto che si eseguono in questi giorni.

Gli austriaci sostengono di aver identificato il batterio E.coli che produce tossine e hanno spedito a Roma il campione per un ulteriore esame.

Gli esperti italiani sostengono, invece, che esista una probabilità su un miliardo che questo salume sia la causa scatenante dell’epidemia tedesca. Per questo il ministero spiega che sono in corso indagini sul salame, ma «qualsiasi correlazione con l’epidemia nella zona di Amburgo è altamente improbabile sia per la tipologia del prodotto, sia per la zona di provenienza».

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