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Sono trascorsi pochi giorni, dalla morte della cantante Amy Winehouse, artista britannica, nata a Enfield 27 anni fa, il 14 settembre 1983, trovata senza vita nel suo appartamento di Londra, il 23 luglio, ma la polizia continua ad indagare.

Ancora da accertare i motivi del decesso. Scotland Yard ha riferito che non è stato possibile stabilire con certezza, attraverso l’autopsia, le cause della morte e che si dovranno attendere i risultati degli esami tossicologici, previsti al massimo tra quattro settimane.

Per il medico che l’aveva in cura e che l’aveva visitata poco prima della morte, Amy stava relativamente bene. Non aveva, a parte la dipendenza da alcol e droga, grossi problemi di salute.

Una voce bellissima, la cui breve esistenza è stata caratterizzata da eccessi con alcol e droga, e da una enorme solitudine. Una morte diciamo annunciata.

Secondo quanto riportato dal tabloid britannico “Sunday Mirror”, il decesso sarebbe stato causato da un cocktail di farmaci e droghe.

Col passare delle ore molti fanno riferimento al concerto di Belgrado, tenutosi a giugno scorso, per ricordare quanto Amy Winehouse fosse ubriaca.

Anche durante il concerto di Berlino (Tempodrom) nel 2007, ultimo tour europeo della star, già qualcosa non andava.

La voce c’era, ma le sue assenze prolungate dal palco facevano sospettare qualcosa. E che dire di Milano (Alcatraz)? La cantante è partita bene, ma poi si è persa nel finale.

Amy nelle esibizioni dal vivo era comunque brava, nonostante fosse alticcia la voce era sempre dritta e capace di ammaliare.

Una cantante, che aveva delle grandi capacità di comunicazione. All’annuncio del tour estivo europeo a molti non è piaciuto, lei non era pronta per quel tour.

Allora l’impatto con il pubblico è stato devastante, ed è stata ricoperta di fischi a Belgrado e derisa dai coristi mentre cadeva. Erano gli stessi che l’avevano osannata nel tour 2007.

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