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Dall’Università di Stanford (USA), un gruppo di scienziati, ha avuto un’idea molto geniale, grazie all’intuizione del professor Yi Cui e al ricercatore Yuan Yang, realizzando così la prima batteria trasparente per dispositivi mobili.

Cui e Yang hanno risolto, un problema che da tempo condizionava la realizzazione di batterie trasparenti, ossia il problema che i componenti interni non potessero essere resi “invisibili”; la soluzione sarebbe stata però trovata rendendo questi ultimi così piccoli da risultare quasi impercettibili all’occhio umano.

Giacché tutto ciò che è di dimensioni inferiori ai 50 micron non può essere visto, i due scienziati hanno pertanto, deciso di dotare i prototipi delle nuove batterie di un framework di elettrodi posizionati sotto forma di griglia con linee di larghezza pari a circa 35 micron, in modo che risultassero invisibili.

Dati gli alti costi di produzione, Cui e Yang hanno allora pensato ad un materiale che potesse essere alternativo al rame utilizzato nelle batterie, sostituendolo con il polidimetilsilossano (PDMS), usato nelle lenti a contatto, in cui sono stati inseriti componenti metallici per permettere la conduttività elettrica.

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