Alberta ha 37 anni, è una donna che tre anni fa scoprì di avere un tumore al seno e iniziò così il suo calvario con la chemioterapia che ne avrebbe compromesso la fertilità.
Ma ora sta bene, il tumore è solo un brutto ricordo, Alberta è al suo terzo mese di gravidanza, la quale procede senza alcun problema.
Si tratta della prima donna in Italia che dopo una chemioterapia antitumorale riesce a concepire un figlio grazie alla tecnica del congelamento degli ovuli.
Eleonora Porcu, ricercatrice dell’Università di Bologna, che ha assistito la paziente ha voluto rendere noto questo importante caso a Palermo, durante il congresso della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo).
La Porcu, sottolinea come siano centinaia di migliaia le donne che hanno problemi di fertilità proprio per colpa del cancro, e come a differenza del congelamento degli embrioni, il congelamento degli ovociti (cellule uovo, dette anche ovuli) è consentito dalla legge italiana e il vantaggio è quello di poter essere praticato preventivamente, anche in assenza di un papà, in attesa che arrivi il momento e la persona giusta.
Dopo una chemio si sa è difficile concepire in modo naturale. Così Alberta e suo marito, che vivono nella provincia di Bologna, rivolgendosi al Centro per l’infertilità e la procreazione assistita hanno potuto realizzare il loro sogno.
La dottoressa racconta: “Scongelammo quattro ovocìti e ottenemmo tre embrioni che trasferimmo nel grembo della mamma. Dopo 12 giorni gli esami rivelarono che uno di questi stava crescendo. La gravidanza era in corso. Mamma e papà felici”.
Questa bellissima storia a lieto fine, fa ben sperare tante donne che lottano contro il cancro, facendo capire loro che possono vincerlo senza escludere la possibilità di diventare mamme.