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La malaria non arresta ad espandersi in tutto il mondo e la colpa è dei repentini cambiamenti climatici.A lanciare l’allarme, è un pool di esperti che si è riunito Ginevra per un incontro sulla malaria organizzato dalla Sigma-Tau e dalla fondazione no-profit Medicines for Malaria Venture (Mmv).

Ebbene, secondo questi ricercatori, i cambiamenti climatici stanno facendo aumentare le zone in cui la zanzara fa da vettore della malattia e cioè dove può vivere e infettare conseguentemente l’uomo.

Si tratta infatti, della seconda malattia infettiva al mondo per mortalità e numero di casi dopo la tubercolosi) è il sud-est asiatico, è la zona principale di contagio, dove l’83% della popolazione, ossia pari a un miliardo e 300 milioni di persone, risulta essere ad alto rischio.

Bettina Menne, autrice del programma ‘Cambiamento climatico, sviluppo sostenibile e salute‘ dell’Oms-Europa ha spiegato che: “La malaria è un grande problema soprattutto in Asia e in Africa, ma lo è anche in zone come Turchia e Asia centrale. Inoltre, i cambiamenti climatici contribuiscono allo spostamento delle zanzare-vettori anche in regioni più settentrionali e nelle zone limitrofe dove la malaria è diffusa. In pratica, anche il Mediterraneo potrebbe essere a rischio, per la presenza di zanzare-vettori. Va però, precisato che i Paesi europei hanno le competenze sanitarie per affrontare la situazione”.

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