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E’ giunto ormai, il tempo, per migliaia di famiglie, di dover pagare l’IMU, e per questo, sono già alle prese con il calcolo che non è per niente semplice e che rischia di indurre in errore tanti contribuenti.

L’imposta che sostituirà la vecchia ICI, prevede dunque, una rivalutazione della rendita catastale nonché, l’applicazione di aliquote diversificate per la prima casa e per le abitazioni in più (seconde e terze case).

La tassa deve essere pagata in due o tre rate. La prima rata entro il 18 giugno, la seconda a settembre e l’ultima intorno alla metà di dicembre a conguaglio.

Vediamo allora, come calcolare la prima rata. Ecco i vari passaggi:

1. rivalutare la rendita catastale del 5%,

2. moltiplicarla per un coefficiente di rivalutazione fisso delle categorie catastali. Tale coefficiente, varia a seconda della categoria catastale dell’immobile. Per le abitazioni, i box, i magazzini e le tettoie, occorre il coefficiente 160 (quindi, la rendita catastale, rivalutata del 5%, risulterebbe aumentata ancora del 60%).
Per i terreni agricoli il coefficiente è 130; per i terreni di coltivatori diretti e gi imprenditori iscritti alla previdenza agricola il coefficiente è 110; per le scuole, gli uffici pubblici, le caserme, i laboratori artigiani, le palestre e gli stabilimenti balneari è 140; per le banche e le assicurazioni è 180 ecc.

3.A questo valore si applica poi l’aliquota di base che varia secondo il tipo di immobile. Per la prima casa è ad esempio dello 0,4% (o 4 per mille), per gli altri immobili dello 0,76% (o 7,6 per mille).

4.Sottrarre le detrazioni forfettarie (200 euro per la prima casa, più 50 euro per ogni figlio di età inferiore ai 26 anni e fino a un massimo di 8 figli).

A questo punto, toccherà poi, calcolare l’acconto da pagare in una o due rate: nel primo caso si pagherà un acconto del 50% dell’imposta dovuta entro giugno, e la parte restante a saldo; nel secondo caso si potrà pagare il 33% a giugno, il 33% a settembre ed il 33% a saldo.

La seconda rata, sarà più pesante, perché andrà pagata la quota restante, più il conguaglio determinato dalle aliquote comunali. I Comuni hanno tempo fino al 30 settembre per stabilire le proprie aliquote, che potrebbero arrivare fino allo 0,2% per la prima casa ed allo 0,3% per gli altri immobili.
Il ritocco potrebbe riguardare sia un rialzo che un ribasso, ma si stima che sarà prevalentemente applicata una percentuale massima prevista.

La definizione di prima casa, deve basarsi su tre caratteristiche: ossia, possesso, residenza e dimora abituale. La prima casa per il nucleo familiare è una sola. Ne consegue, pertanto, che se si dà ad un figlio un appartamento in comodato d’uso gratuito, sull’immobile si paga l’IMU ordinaria e non quella agevolata per la prima casa.

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