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Come accade ogni anno fin dal lontano 1389, il 19 settembre, festività di San Gennaro, patrono di Napoli, migliaia di devoti attendono “o’ miràculo e’ san Gennà”, ovvero la liquefazione del sangue del Vescovo di Napoli contenuto in due ampolle conservate nella cappella del Tesoro del Duomo partenopeo.

Ebbene, nel corso dei secoli i fedeli del santo patrono partenopeo non hanno mai smesso di ritenere il prodigioso evento come un vero e proprio miracolo, un segno divino di buon auspicio per la città e la Campania.

Così, il ritardo nello scioglimento dei grumi di sangue nelle ampolle, oppure, ancora peggio, l’assenza del miracolo nonostante i tanti canti, preghiere ed invocazioni, è un segno sfavorevole per Napoli e per i napoletani: in parole povere, una vera disgrazia.

Ma per fortuna, anche quest’anno si è ripetuto alle 9.12 il prodigio della liquefazione del sangue del Santo.

La notizia del miracolo è stata dunque salutata con gioia e un lungo applauso, dai fedeli, che hanno affollato la cattedrale di Napoli sin dalle prime ore del mattino.

La teca, contenente le due ampolle con il sangue sarà offerta al bacio dei fedeli dall’arcivescovo di Napoli, il cardinale Sepe.

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