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L’uragano Sandy ha iniziato a perdere forza. Ora si sta avvicinando al Canada, ma intanto gli Usa contano danni ingenti e almeno 50 morti. Le aree più colpite sono New York e il New Jersey. Sono oltre sei milioni le case rimaste senza elettricità. I danni economici sono ancora da quantificare, e i trasporti sono tutt’ora nel caos più totale.

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama oggi sarà nel New Jersey.

Intanto, Greenpeace fa sapere che questo uragano è davvero un evento meteorologico estremo indotto dal cambiamento climatico e che se non si cambia rotta nelle politiche energetiche, fenomeni di questo tipo negli anni sono destinati a moltiplicarsi, diventando sempre più distruttivi, sino a colpire zone del pianeta che ad oggi sono estranee a calamità di questo tipo.

Inoltre, Greenpeace, sottolinea come uragani di questa intensità e a quelle latitudini, siano una novità degli ultimi anni: e che Paesi e contee costiere del nord degli Stati Uniti rientrano oramai in un clima tipicamente tropicale.

Lo scorso settembre ad esempio, la temperatura dell’oceano vicino alle coste del medio Atlantico era di 1,3°C superiore alla media: tale record è stato superato solo una volta, anomalia questa che si è prolungata fino ad ottobre, dando la possibilità a Sandy di potersi alimentare con molta più energia dall’oceano di quanto in genere accada per gli uragani autunnali.

Il riscaldamento dei mari causa un’evaporazione superiore, e pertanto Sandy è il più piovoso degli uragani mai visti sinora. Ha infatti, già scaricato su Haiti 250 millimetri di pioggia ed ora sta facendo registrare precipitazioni da record sugli Stati Uniti.
Dal 1980 a oggi la frequenza di inondazioni gravi soprattutto in questa zona è triplicata, e quella delle tempeste è raddoppiata.

Per questo, la comunità scientifica internazionale, riconosce che queste dinamiche sono causate dalle emissioni di gas serra, soprattutto dal Co2 derivante dalla combustione di fonti energetiche fossili, e in particolar modo da carbone e petrolio, e dunque occorre un nuovo modo di produrre energia.

L’International Energy Agency asserisce che in assenza di tale cambiamento, l’innalzamento medio delle temperature globali, a fine secolo, potrebbe raggiungere i 6° centigradi e fenomeni di questo tipo si potrebbero registrare in aree sempre più estese andando a colpire anche altri Stati.

L’uragano Sandy sta creando un certo allarmismo. Infatti sta colpendo aree dove si concentrano diverse centrali nucleari. Se ne contano almeno una dozzina lungo la sua traiettoria, e la centrale di Oyster Creek, poco distante da Atlantic City, dove Sandy ha distrutto tutto, è la più vecchia del Paese ed è dello stesso tipo di quella di Fukushima: ebbene attualmente è sotto a 2 metri d’acqua.

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