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Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto per permettere così la ripresa della produzione all’Ilva di Taranto ed evitare di imbattersi nel rischio di incostituzionalità e impugnazione del provvedimento da parte della magistratura.

Tale decreto è stato presentato dal premier Mario Monti come un provvedimento che salva tre cose: ambiente, salute e lavoro.

Ma il giudice Patrizia Todisco, ha respinto la richiesta di dissequestro dell’area a cui sono stati messi i sigilli il 26 luglio scorso, nell’ambito dell’inchiesta per disastro ambientale.

L’Ilva riapre ma la società si assumerà la gestione nonché la responsabilità della conduzione degli impianti, con l’obbligo di rispettare il piano di investimenti che sono ritenuti necessari alle operazioni di risanamento, sarà sottoposta infatti ad ulteriori sanzioni rispetto a quelle già erano state previste dall’Aia, pari al 10% del fatturato annuo.

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