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Dopo il successo dello scorso aprile, torna al Carlo Felice la “Turandot”, la più importante opera di Puccini. La regia è di Giuliano Montaldo, le scene sono di Luciano Ricceri, i costumi di Elisabetta Montaldo Bocciardo, e le coreografie di Giovanni Di Cicco.

Sul podio, troviamo Donato Renzetti, direttore di fama internazionale, a dirige l’opera, lasciata incompiuta da Puccini, con il tradizionale completamento di Franco Alfano.

Il libretto racconta una fiaba “cinese”, ambientata a Pechino, che i librettisti Giuseppe Adami e Renato Simoni trassero dall’omonima fiaba teatrale di Carlo Gozzi (1762).

La protagonista, naturalmente è la Turandot, è un’algida principessa che dispensa morte per due terzi dell’opera. Sciolta dal suo gelo sentimentale, dal Principe Ignoto Calaf. Tra i personaggi di grande rilievo drammaturgico, come quelli dei due protagonisti, ci sono altri più leggeri, come le macchiette dei tre ministri dell’imperatore, Ping, Pang e Pong. Uno spazio a parte è conquistato dalla figura di Liù, la dolce schiava che sacrifica la vita per il bene dell’amato principe Calaf.

In questa produzione c’è il debutto di Daniela Dessì nel ruolo della Turandot, affiancata dal marito, Fabio Armiliato, nel ruolo del Principe Calaf. Roberta Canzian interpreta Liù, mentre Ramaz Chikviladze (Timur), Francesco Verna (Ping), Enrico Salsi (Pang), Manuel Pierattelli (Pong), Massimo La Guardia (L’Imperatore Altoum) e Fabrizio Beggi (Un Mandarino).

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