Berlusconi resta in ospedale. Dopo marcia dei 150 parlamentari al Palazzo di Giustizia, Alfano va al Colle

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Silvio Berlusconi deve rimanere anche oggi in ospedale: la conferma arriva dal medico che lo segue al San Raffaele. Il dott. Alberto Zangrillo, spiega dunque “Oggi rimane ancora ricoverato. Effettueremo gli accertamenti previsti, tra cui quello sulla funzionalità dell’albero coronarico. Le sue condizioni sono stazionarie, ma non critiche. Non ci preoccupano“.

Nella giornata di ieri diversi gli eventi che hanno visto come protagonista il leader del Pdl e i suoi centocinquanta parlamentari. Questi ultimi, infatti, con una marcia silenziosa si sono riversati nel centro di Milano per raggiungere il Palazzo di Giustizia e dire basta agli arbitrii di una certa magistratura.

Un marcia piena di affetto e solidarietà verso il loro presidente, mentre proprio in quelle ore il Cavaliere incassava una nuova visita fiscale, disposta dai magistrati che seguono il processo Ruby, per accertare le sue reali condizioni di salute e pertanto, anche la veridicità messa in dubbio, del suo «legittimo impedimento» a partecipare alle udienze.

I parlamentari del Pdl, si sono recati prima nel Palazzo della Camera di Commercio in corso Venezia, per discutere del voto alle recenti elezioni, nonché della nomina dei capigruppo alla Camera e al Senato e delle commissioni parlamentari. Sono le 11 quando gli avvocati di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo lasciano il Palazzo di Giustizia, dove è in corso il processo Ruby, per recarsi alla riunione dei parlamentari. Da qui, l’indignazione per quanto sta accadendo, spinge il segretario Angelino Alfano a parlare nel suo intervento alla riunione dei vari capi di imputazione contro Berlusconi, smontandoli uno ad uno. Parte dal caso del senatore Sergio De Gregorio che, secondo i pm napoletani, avrebbe ricevuto 3 milioni di euro per lasciare l’Italia dei Valori e passare al Pdl causando così, la caduta del governo. Secondo il segretario del Pdl Alfano la cosa è del tutto infondata, in quanto «Prodi non è caduto per De Gregorio ma a seguito dell’arresto della moglie di Mastella».
E soffermandosi sulla condanna a quattro anni nel processo Mediaset dice: «Colui che paga centinaia di milioni di euro in tasse, avrebbe evaso per tre milioni di euro che, nel mondo berlusconiano, rappresentano ben poca cosa?».
Per Alfano, è fuori logica anche la questione che ha portato alla condanna di un anno senza condizionale per concorso in violazione del segreto istruttorio nel processo Unipol. Il segretario del Pdl, sottolinea infatti che «Proprio a Berlusconi è stato ed è la più grande vittima di fughe di notizie e di rivelazioni di fatti personali».

Così, alla luce di tutte queste considerazioni e dell’assurda situazione che si è creata, la riunione viene sospesa alle 13,30. I parlamentari, nonostante il volere di Berlusconi, di evitare qualsiasi forma di protesta, si mettono in marcia per raggiungere il Palazzo di Giustizia.
Giunti sul posto, si dispongono sulla scalinata dell’ingresso principale, ed modo molto civile mettono in atto la loro protesta per contestare l’atteggiamento persecutorio della procura di Milano nei confronti del leader del Pdl, esprimendo la solidarietà a Silvio Berlusconi intonando l’Inno di Mameli. Nel gruppo degli esponenti del Pdl ci sono le parlamentari Stefania Prestigiacomo, Mariastella Gelmini, Daniela Santanchè, Vittoria Brambilla, Pina Castiello, e tanti altri colleghi (vedi foto).

Dopo le 14 Alfano spiega ai colleghi le motivazioni della simbolica protesta: «Non avremmo voluto venire qui, in tribunale, ma l’aggravarsi della situazione ci ha imposto questa scelta», rimettendo la situazione nelle mani del Capo dello Stato, invocando un suo intervento immediato: «Noi abbiamo un interlocutore di cui ci fidiamo, è il presidente della Repubblica. A lui affidiamo la nostra preoccupazione per questa emergenza democratica».

Da lì, tutti i parlamentari decidono di entrare all’interno del tribunale per fermarsi davanti all’aula 7° penale bis dove si svolge l’udienza per il processo Ruby. Un breve incontro tra Alfano e l’avv. Ghedini davanti alle porte fatte chiudere dal pm Boccassini. Così i centocinquanta parlamentari decidono di lasciare il tribunale e di raggiungere l’ospedale San Raffaele per portare un affettuoso saluto a Silvio Berlusconi, il quale, non potendo ricevere visite, riceve l’affettuoso saluto da parte di tutto il Pdl, dai medici curanti.

Alle 16,45 arriva la notizia che i tre periti che sono stati nominati d’urgenza dal tribunale confermano la veridicità dei problemi di salute che hanno impedito a Berlusconi di recarsi in tribunale.

Questa non è altro, che la conclusione di una giornata ricca di avvenimenti, che non ha precedenti e che seguirà oggi a Roma, quando Angelino Alfano salirà al Colle insieme ai capigruppo uscenti di Senato e Camera, per convincere il presidente Napolitano ad intervenire per evitare che il loro leader «venga fatto fuori per via giudiziaria».

Giovanna Manna

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