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La città americana di Detroit ha dichiarato fallimento. Culla dell’industria automobilistica statunitense con un debito di 18,5 miliardi di dollari alla fine non è riuscita ad uscire dalla crisi e ha dovuto dichiarare bancarotta.

La domanda, è stata avanzata dal commissario straordinario di Detroit, Kevyn Orr, che ha dichiarato lo stato di insolvenza della città, approvato dal governatore del Michigan, Rick Snyder, per farla accedere al Chapter 9 che permetterà al commissario straordinario di liquidare gli asset della città per poter soddisfare i creditori.

Si ricorda, inoltre, che Detroit ha già dovuto affrontare una situazione in cui General Motors e Chrysler sono state sottoposte per un periodo al Chapter 11 del codice di bancarotta Usa, per poi uscirne nell’anno 2009 grazie ai soprattutto ai prestiti federali pari ad 80 miliardi di dollari.

Detroit nel corso degli anni è passata da un numero di 1,8 milioni di abitanti del 1950 a meno di 685 mila attuali, con una riduzione dei servizi pubblici. La dichiarazione di fallimento è la conclusione del suo crollo economico e del degrado in cui era caduta.

Il presidente Barack Obama ha comunicato tramite il suo portavoce Amy Brundage, che segue egli stesso da vicino la questione, aggiungendo che la sua amministrazione rimarrà impegnata a lavorare per far sì che questa città possa ritorni a crescere e “mantenga il suo status a livello delle più grandi città americane”.

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