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In ufficio, secondo un vasto progetto europeo di ricerca bisognerebbe andare con la mascherina. Perché? Ebbene in circa 200 edifici moderni adibiti a ufficio, almeno 20 per ognuno degli otto Paesi coinvolti nello studio (Italia, Francia, Finlandia, Olanda, Ungheria, Grecia, Spagna e Portogallo), sono stati rilevati livelli di inquinati “indoor” superiori a quelli dell’aria esterna.

Nella maggior parte degli uffici che sono stati esaminati, sono stati scoperti alti livelli di inquinanti come formaldeide, benzene e terpeni. La colpa sarebbe delle pavimentazioni (come ad esempio il linoleum), o degli arredi in legno, di colle, vernici, detergenti, deodoranti, sino al toner delle fotocopiatrici e delle stampanti.

A lanciare l’allarme inquinamento negli ambienti di lavoro, è il Cnr che ha analizzato 1.500 campioni nell’ambito della ricerca europea chiamata «OfficAir Project», dedicata appunto alla riduzione degli effetti sulla salute dall’esposizione agli inquinanti dell’aria negli uffici.

Il Cnr sottolinea inoltre di aver valutato più di 30 inquinanti presenti in ambiente indoor analizzando banche, call center, uffici e centri di ricerca, Spiegando tra l’altro, che negli uffici esaminati in Italia, in inverno, era presente un’alta concentrazione “indoor” di formaldeide, riconosciuto come cancerogeno, di circa 15 microgrammi per metro cubo, mentre all’esterno di 4 microgrammi.

Dati questi allarmanti se si considera che la popolazione degli Stati membri dell’Ue lavora quotidianamente negli uffici.

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