Secondo i dati diffusi dal Rapporto sulle politiche della cronicità, dal titolo “Permesso di cura“, presentato venerdì 13 dicembre a Roma dal Coordinamento nazionale delle Associazioni dei malati cronici (Cnamc) di Cittadinanzattiva è emerso che quasi la metà (49%) delle persone con malattie croniche preferisce non prendere permessi sul lavoro per curarsi, mentre il 43% è costretto a nascondere la propria patologia e il 40% esegue un lavoro non adatto alla propria condizione di salute. Il motivo? Sono sempre più frequenti i casi di licenziamento o mancato rinnovo del contratto sia riguardanti persone con queste patologie che per i loro familiari.
Insomma, curarsi sta diventando un vero “lusso” ma anche difendere i propri diritti. Per questo molti lavoratori, sono costretti a “nascondere” la propria malattia per non rischiare di perdere il posto di lavoro.
Dal documento si apprende anche, che sono tanti i pazienti che non riescono a conciliare l’orario di lavoro con le proprie esigenze di cura e assistenza, e nel 63% dei casi hanno anche ricevuto segnalazioni di licenziamenti o mancato rinnovo del rapporto di lavoro. Si tratta soprattutto di persone con patologie croniche e invalidanti e nel 41% per problemi di salute di familiari che li assistono.
Inoltre, il 60% ha difficoltà nella concessione dei permessi retribuiti e il 45% nella concessione del congedo retribuito di due anni. Infine, il 54% degli intervistati, ritiene pesante ed oneroso il carico assistenziale non garantito dal SSN.
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