Funziona davvero, la prima mano bionica che parla al cervello. Ha una sensibilità molto simile a quella naturale. E’ la prima volta in assoluto che un arto artificiale riesca a dare a chi lo indossa la possibilità di poter percepire e riconoscere gli oggetti al tatto.
L’esito della sperimentazione è stato illustrato su Science Traslational Medicine. Si tratta di uno studio italiano nato grazie alla collaborazione internazionale ”LifeHand2”, coordinata da Silvestro Micera, del Politecnico di Losanna.
Il progetto è stato sviluppato nel nostro Paese dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. L’innesto è avvenuto in Italia. Dennis, 36 anni, danese, amputato della mano sinistra, dopo 8 ore di intervento per creare le sinapsi artificiali tra le fibre nervose del suo moncone e i sensori dell’arto indossabile, è ora un «uomo bionico». La nuova mano ubbidisce al suo pensiero. Riesce a calibrare la forza per una carezza e trasmettere al cervello la sensazione tattile corrispondente.
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